TRENTO - Il processo sui «pascoli fantasma», ovvero la presunta truffa sui contributi erogati dall'Unione europea per portare le mucche al pascolo, si è chiuso con la condanna dei tre fratelli Berasi e la confisca patrimoniale complessiva di oltre undici milioni di euro (6,9 della famiglia Berasi), pari ai fondi che avrebbero indebitamente ricevuto.

La pena più pesante - un anno in più di quanto aveva chiesto il pubblico ministero Alessandra Liverani - è stata inflitta ad Armando: cinque anni di reclusione, confisca del patrimonio in misura corrispondente a 4.732.549 euro ed interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. A Mariano il Tribunale, presieduto dal giudice Carlo Ancona, ha inflitto una pena di tre anni e la confisca del patrimonio per un valore di 392.278 euro; mentre Gelindo è stato condannato a due anni (confisca di 662.611 euro). Anche la madre, Rosetta Luchesa, è stata condannata a due anni (per lei confisca di 1.200.256 euro). Pena analoga per i due imprenditori padovani Matteo Pilotto e Gianni Bertollo legati alle società dei Berasi: per ciascuno confisca di 2.238.897 euro.

Va detto che per tutti è caduta l'accusa di associazione a delinquere e che per le annate agrarie 2002 e 2003 il Tribunale ha riconosciuto solo la tentata truffa. Le condanne, inoltre, si riferiscono solo ad alcuni episodi. Assolti per non avere commesso il fatto tutti gli altri imputati (undici): tra questi la sorella Diomira Berasi, Sebastiano Tovazzi di Rovereto, collaboratore e l'amica Maria Assunta Prati di Bleggio. (Articolo completo sull'Adige cartaceo)

Flavia Pedrini