Malosco, stop ai pesticidi
Pali di cemento, reti antigrandine e teli protettivi off limits a Malosco, dove il consiglio comunale ha approvato un regolamento che rende difficoltosa la realizzazione di nuovi impianti di mele. Un documento al quale guardano i Comuni dell'Alta Val di Non per salvaguardare i cosiddetti Pradiei dall'espansione delle colture intensive, tutelando gli ambiti territoriali vocati al foraggio e ad altre colture orticole di pregio
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Si fa eccezione per le colture ad uso domestico, piante da frutto nei giardini o isolate, coltivazioni annuali come patate e cereali e piccoli frutti: in questi casi però l'applicazione dei pesticidi va attuata attraverso l'uso di attrezzature manuali. A Malosco viene inoltre vietato l'impiego di prodotti classificati come molto tossici (T+) o tossici (T). «In caso di rinnovo o di nuova realizzazione di impianti frutticoli dove si praticano trattamenti fitosanitari - si legge nel documento - gli appezzamenti dovranno essere dotati di barriere vegetali di siepi, da mettere a dimora con già un metro di altezza, posizionate lungo tutto il perimetro confinante con proprietà private o pubbliche non adibite allo stesso tipo di coltivazione».
Su tutto il territorio comunale, fatto salvo quanto espressamente previsto dal Prg, è vietata la posa di pali di cemento o metallo per la realizzazione di impianti di colture arboree, l'installazione di reti antigrandine e serre di superficie superiore ai 12 metri quadrati. Sarà il personale comunale o di vigilanza ad intervenire, senza alcun preavviso, per verificare il rispetto degli articoli del regolamento: le sanzioni ai trasgressori variano da 500 euro a 10 mila euro.
Andrea Bergamo
Andrea Bergamo