Malosco, stop ai pesticidi
Pali di cemento, reti antigrandine e teli protettivi off limits a Malosco, dove il consiglio comunale ha approvato un regolamento che rende difficoltosa la realizzazione di nuovi impianti di mele. Un documento al quale guardano i Comuni dell'Alta Val di Non per salvaguardare i cosiddetti Pradiei dall'espansione delle colture intensive, tutelando gli ambiti territoriali vocati al foraggio e ad altre colture orticole di pregio
MALOSCO - «L'obiettivo è di conservare un ambiente ancora integro che non va deturpato da palificazioni, reti e teli antigrandine, come pure dal conseguente uso di prodotti fitosanitari e di sintesi. Per questo va promossa l'agricoltura biologica» ha spiegato il sindaco Adriano Marini introducendo l'argomento che ha visto come unico vero oppositore Francesco Calliari (suo l'unico voto contrario, quattro le astensioni) figlio del presidente di Coldiretti. Secondo i dati forniti dal primo cittadino, Malosco sarebbe il paese più turistico dell'intera Val di Non, con 22.201 presenze alberghiere e 34.455 extralberghiere: «Questa è la vocazione socio-economica della nostra realtà» che «deve trarre un naturale positivo sviluppo dall'integrazione con un'agricoltura zootecnica per migliorare l'offerta con prodotti di alta qualità e soprattutto con il rispetto del paesaggio che è un bene di tutti». Il regolamento approfondisce dunque le prescrizioni per i trattamenti fitosanitari: «Per contenere i rischi connessi agli effetti negativi legati all'effetto deriva degli agrofarmaci, l'atomizzatore e la "lancia" azionata a mano devono essere utilizzati ad una distanza di 50 metri da strutture di uso pubblico (strade incluse), case e giardini».
Si fa eccezione per le colture ad uso domestico, piante da frutto nei giardini o isolate, coltivazioni annuali come patate e cereali e piccoli frutti: in questi casi però l'applicazione dei pesticidi va attuata attraverso l'uso di attrezzature manuali. A Malosco viene inoltre vietato l'impiego di prodotti classificati come molto tossici (T+) o tossici (T). «In caso di rinnovo o di nuova realizzazione di impianti frutticoli dove si praticano trattamenti fitosanitari - si legge nel documento - gli appezzamenti dovranno essere dotati di barriere vegetali di siepi, da mettere a dimora con già un metro di altezza, posizionate lungo tutto il perimetro confinante con proprietà private o pubbliche non adibite allo stesso tipo di coltivazione».
Su tutto il territorio comunale, fatto salvo quanto espressamente previsto dal Prg, è vietata la posa di pali di cemento o metallo per la realizzazione di impianti di colture arboree, l'installazione di reti antigrandine e serre di superficie superiore ai 12 metri quadrati. Sarà il personale comunale o di vigilanza ad intervenire, senza alcun preavviso, per verificare il rispetto degli articoli del regolamento: le sanzioni ai trasgressori variano da 500 euro a 10 mila euro.
Andrea Bergamo
Andrea Bergamo