La sfida nella sfidaBirarelli-Volkov
Birarelli è diventato un punto fermo della nazionale azzurra. Sarebbe ridicolo compilare una graduatoria relativa alla volontà dei giocatori di conquistare lo scudetto, ma se ne esistesse una lui comparirebbe certamente ai primi posti, visto che quelle due finali consecutive lasciate a Piacenza e Cuneo non le ha mandate giù. E non ne ha mai fatto mistero. Per arrivare a questo traguardo dovrà cercare di vincere le sfide con degni rivali quali sono Mastrangelo e VolkovANDREA COBBE Tutto sull'Adige cartaceo
TRENTO - L 'Itas Diatec si rinnova, pezzettino dopo pezzettino, ma Emanuele Birarelli da quattro stagioni rimane sempre al proprio posto. Come Andrea Bari e Matey Kaziyski. D'altronde il centrale marchigiano ha rappresentato uno dei colpi di mercato più indovinati, fra tanti, della Trentino Volley dell'ultimo lustro. Basta sfogliare le statistiche per accorgersi che al termine di ogni stagione compare fra i posti-3 più efficienti del nostro torneo: anche nella regular season che si è appena conclusa si è visto sorpassato dal solo americano Holt (di Piacenza).
Posato e serafico fuori dal campo, Emanuele è un giocatore che quando inizia la partita si carica come una molla e dà tutto quello che ha, senza risparmiarsi. Nel tempo ha capito che saper gestire con efficienza le poche occasioni per attaccare a murare offertegli da una squadra che punta molto sui martelli, giova molto di più alla causa rispetto a spettacolari colpi ad effetto, magari alternati ad errori che li annullano subito dopo.
La gestione del servizio è un esempio chiaro di questo modus operandi: dal suo braccio non parte una bordata da difendere in mezzo al campo, come riescono a fare alcuni colleghi, ma una jumping float che sembra poco efficace, ma in realtà risulta assai produttiva, perché permette di colpire con precisione la zona migliore, di limitare al massimo l'errore e di tagliare il ritmo ai ricevitori avversari, tarati sui siluri di altri giocatori trentini.
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