Giorgio, l'ultimo sguardo ai suoi amati monti
Il sogno di un ledrense trapiantato a Eindhoven (Olanda) era quello di rivedere la sua Concei. Grazie alla moglie Jos e a una cooperativa di Rotterdam, Giorgio Brigà, 60enne malato di Sla, ha potuto tornare in ambulanza nella sua terra d'origine. La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia che non dà speranze
LEDRO - Poter tornare a vedere i monti della sua valle di Ledro. Poterlo fare prima che la malattia si porti via, oltre alla vita, anche il ricordo dei luoghi cari, dei volti amici.
È questo l'ultimo desiderio di Giorgio Brigà - il sessantenne originario di Locca da 14 anni residente in Olanda, affetto da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) - esaudito nei giorni scorsi grazie all'amore della moglie Jos, al calore di tanti amici e alla generosità incondizionata di due angeli custodi. Che credono nella forza del sorriso e nel potere della gioia che deriva da un sogno che si avvera.
E proprio mentre lo Stato italiano torna sui suoi passi in tema di tagli ai fondi ai malati di Sla, dai Paesi Bassi arriva un'altissima lezione di civiltà che porta a riflettere sulle priorità in materia di malattie terminali, sulle logiche dei governi che antepongono i fattori economici a quelli umanitari. E ancora una volta i paesi del nord Europa dimostrano di essere avanti: in soli cinque anni, la Sticktin Ambulance Wens, una cooperativa di Rotterdam gestita da 190 infermieri volontari, è riuscita infatti ad attivarsi per esaudire l'ultimo desiderio di 3380 malati senza speranze.
Nata dall'intraprendenza di Kees Veldboer - un autista di ambulanza che riuscì a realizzare il sogno di un amico e portarlo per un'ultima volta a solcare il mare sulla sua barca - con gli anni l'associazione si è allargata tanto da potersi permettere, grazie a finanziamenti concreti, l'acquisto di 5 mezzi speciali e amministrare oggi una rete di contatti che consente di soddisfare l'ultimo desiderio di qualsiasi malato in fase terminale.
«L'estate scorsa - racconta Jos - una cara amica è venuta a sapere di questa iniziativa. Ci siamo attivati e oggi, grazie all'associazione, siamo riusciti a organizzare il viaggio in valle di Ledro. L'ultimo per Giorgio. Un ritorno importante, che gli ha permesso di ammirare ancora una volta i luoghi amati, custodi preziosi dei ricordi di una vita intera. Un desiderio che - dato il suo stato di salute - sarebbe stato impossibile esaudire, anche economicamente, nei modi tradizionali».
Millecento chilometri la distanza tra la città di Eindhoven - dove i coniugi Brigà vivono dal 1998 - e Locca di Concei, coperti in meno di 12 ore, con l'ausilio di un'ambulanza attrezzata sulla quale Giorgio è stato sistemato. Accanto a lui, l'instancabile Jos. E i due angeli custodi, Peter e Henk, gli infermieri che si sono occupati del viaggio e dell'assistenza all'uomo durante il breve ma intenso soggiorno a Ledro. Il tutto mosso solo da un infinito spirito umanitario. «Vedere tornare il sorriso e poter condividere la gioia del malato - raccontano - è la nostra più grande ricompensa».
Una realtà, quella dell'associazione che esaudisce l'ultimo desiderio, ancora poco conosciuta nella stessa Olanda ma che sta facendo scuola ad altre nazioni. «Belgio ed Israele hanno già preso contatti - spiegano ancora Peter e Henk - vorrebbero seguire il nostro esempio. Oggi riusciamo ad esaudire circa 700 ultimi desideri l'anno, un numero considerevole che può essere esportato all'estero. Serve solo la volontà, anche delle istituzioni».
Palpabile l'emozione degli amici, davvero tanti, che in questi giorni si sono stretti attorno a Jos, ai figli Bas e Sam, ai nipoti, giunti a Locca al seguito dell'ambulanza, tutti consapevoli del fatto che questo, per Giorgio, è stato l'ultimo viaggio tra i suoi amati monti. E tanto più doloroso è quindi il distacco, da chi poi - si sa già - non tornerà. Perché la Sla è una malattia che non dà speranze, perché lo stadio di Giorgio è ormai avanzato. Ma anche se faticoso, anche se triste, anche se emotivamente difficile, questo viaggio in valle di Ledro ha saputo regalare tanti sorrisi. Niente di più bello e semplice per dire «grazie» alla vita.