Infarto, i dati sul Trentino Ogni anno 300 arresti cardiaci
I dati diffusi da Rossi sono quelli contenuti nel Registro provinciale degli arresti cardiaci trentuno tenuto, dal 2008, da Trentino Emergenza 118. Ogni anno in provincia ci sono in media dai 250 ai 320 arresti cardiaci. Nel 2009, hanno record, erano stati 324 con 31 pazienti dimessi vivi dall'ospedale (9,6%); nel 2010 gli infarti erano stati 251 con 18 sopravvissuti (7,2%), nel 2011 284 arresti cardiaci soccorsi e 32 sopravvissuti (11,3%) e infine nel 2012 253 arresti cardiaci e 25 sopravvissuti con una percentuale leggermente in calo, del 9,9%
TRENTO - Ai primi segni di un infarto è opportuno allertare il 118 anche perché i dati sono poco incoraggianti. In media i pazienti colpiti da arresto cardiaco che sopravvivono sono circa il 10%.
A rendere nota la percentuale è stato l'assessore Ugo Rossi rispondendo ad un'interrogazione del consigliere Bruno Firmani che ancora nei mesi scorsi aveva sollevato la questione dei defibrillatori.
I dati diffusi da Rossi sono quelli contenuti nel Registro provinciale degli arresti cardiaci trentuno tenuto, dal 2008, da Trentino Emergenza 118.
Ogni anno in provincia ci sono in media dai 250 ai 320 arresti cardiaci. Nel 2009, anno record, erano stati 324 con 31 pazienti dimessi vivi dall'ospedale (9,6%); nel 2010 gli infarti erano stati 251 con 18 sopravvissuti (7,2%), nel 2011 284 arresti cardiaci soccorsi e 32 sopravvissuti (11,3%) e infine nel 2012 253 arresti cardiaci e 25 sopravvissuti con una percentuale leggermente in calo, del 9,9%.
Per quanto riguarda l'utilizzo dei defibrillatori, Rossi fa notare che già con le delibere del 2007 e del 2008 si era provveduto alla promozione delle diffusione dei defibrillatori semiautomatici anche al di fuori del contesto sanitario come aveva auspicato Firmani.
«Attualmente - scrive Rossi nella risposta all'interrogazione - i defibrillatori presenti sul territorio con il sostegno dell'Azienda sanitaria sono 151». Di questi 71 sono in dotazione a «Gruppi di popolazione» accreditati come farmacie, case di riposo, polizie locali e penitenziarie, vigili del fuoco, soccorso alpino, assistenti bagnati, uomini del soccorso piste e varie associazioni privati.
Ci sono poi i defibrillatori automatici presenti su tutti i mezzi di Trentino Emergenza 118 in uso al personale sanitario e tecnico dell'Azienda sanitaria e delle diverse associazioni di volontariato convenzionate.
Sul fronte sportivo Rossi spiega che sul fronte defibrillatori si è in attesa «di una diffusione particolarmente significativa anche a seguito del recente decreto del Ministro della Salute, firmato di concerto con il Ministro per lo sport, «Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di debrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita, attualmente all registrazione della Corte dei Conti».
Ma perché la diffusione di questi apparecchi sul territorio e soprattutto la capacità delle persone di utilizzarli è così importante?
L'evento che causa l'arresto cardiaco improvviso è nell'85% dei casi la fibrillazione ventricolare, risolvibile solo con la somministrazione di uno shock da parte di un defibrillatore. Il tempo per intervenire è però strettissimo: le percentuali di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% al minuto se non si interviene con il defibrillatore. Se una vittima di un arresto cardiaco non è defibrillata entro 10 minuti, le sue possibilità di sopravvivenza sono meno del 2%. Se il cuore non riparte entro i primi 5 minuti, il paziente può ricevere danni cerebrali irreversibili.
Ma quando le persone devono preoccuparsi e allertare il 118? I sintomi principali dell'infarto sono il dolore al torace, di solito particolarmente intenso sin dall'inizio, e che rimane costante per 5-10 minuti; senso di oppressione; senso di peso a livello toracico; bruciore al petto. Altri sintomi secondari sono nausea o a vomito, agitazione, battito accelerato e sudorazione fredda.