Vaccino contro l'epatite A l'ok degli ultimi genitori
Dopo la concitata giornata di venerdì scorso, nella quale alla scuola materna sono state somministrate 130 vaccinazioni contro l'epatite A, la situazione è tornata normale e anche i genitori si sono tranquillizzati
MEZZOCORONA - Dopo la concitata giornata di venerdì scorso, nella quale alla scuola materna sono state somministrate 130 vaccinazioni contro l'epatite A, la situazione è tornata normale e anche i genitori si sono tranquillizzati.
Dagli accertamenti sanitari sulle condizioni igieniche della struttura, è emerso che nessuna responsabilità è da addebitarsi alla scuola materna e che gli alimenti serviti ai bambini sono di eccelsa qualità e cucinati nel massimo rispetto delle norme igienico-sanitarie. La conferma che il caso rilevato sul bambino portatore del virus è da ritenersi antecedente all'apertura della scuola materna, ha dissolto qualsiasi dubbio o sospetto delle condizioni igieniche della struttura; infatti,l'incubazione del virus dell'epatite A è, mediamente, di trenta giorni, ma può protrarsi anche fino a sette settimane.
L'urgenza di vaccinare preventivamente i bambini è stata dettata solo dai protocolli ministeriali; tuttavia anche i genitori che avevano rifiutato di far vaccinare i loro figli (circa una cinquantina di bambini) nella giornata di venerdì, dopo essersi consultati con il personale sanitario dell'Azienda provinciale o con il pediatra di fiducia, hanno dato il loro consenso per la somministrazione del vaccino che avverrà nei prossimi giorni.
Forse, a detta di alcuni genitori, l'incomprensione è sorta per vari equivoci nella gestione dell'informazione: anziché chiamare i genitori in gruppi di dieci alla volta e spiegare a loro perché i figli dovevano essere vaccinati, a detta di molti sarebbe stato più opportuno convocare venerdì scorso un'assemblea con tutti i genitori e, da questa settimana, procedere con le vaccinazioni. Infatti, diversi genitori lamentano che, dopo tre ore di attesa, gli ultimi gruppi chiamati per la vaccinazione non hanno ricevuto, per mancanza di tempo, le dovute informazioni del caso, come invece avevano ottenuto i genitori dei primi gruppi. Da qui, la loro decisione di rinviare la vaccinazione sulle proprie creature.