Corsa contro il tempo per salvare Damiano
Aveva fretta di nascere, Damiano . E la fretta talvolta è cattiva consigliera: ha rischiato molto, ma grazie a medici, infermieri, elicotteristi, ad un esercito di persone che si sono immediatamente attivate, ce la farà. E i genitori - due operai di Tassullo: Manuel e Lucia - ringraziano tutti, per averli aiutati a superare quel sogno che si stava tramutando in incubo
TASSULLO - Aveva fretta di nascere, Damiano . E la fretta talvolta è cattiva consigliera: ha rischiato molto, ma grazie a medici, infermieri, elicotteristi, ad un esercito di persone che si sono immediatamente attivate, ce la farà. E i genitori - due operai di Tassullo: Manuel e Lucia - ringraziano tutti, per averli aiutati a superare quel sogno che si stava tramutando in incubo.
Tutto avviene di fretta: Lucia e Manuel si sono sposati un anno fa, arriva la prima gravidanza, e per quanto ci si prepari è un'esperienza unica, nuova, che bisogna testare sulla pelle. Al lieto evento mancano tre mesi, sono in programma i corsi di preparazione al parto, Lucia a causa della pressione un po' alta «si tiene» già da tempo, niente sforzi, tutto deve andare bene. Ma un giorno i dolori sono forti, troppo forti per essere normale gravidanza. «Alle 11 di sera con Manuel abbiamo deciso di andare al pronto soccorso». Normali controlli; il cuoricino del piccolo batte regolare, contrazioni non ce ne sono, casa e riposo.
Ma la notte non è buona, ed il mattino seguente il male è ancora più intenso, insopportabile, e delle perdite di sangue creano il panico. Altra corsa in ospedale: e stavolta l'allarme è vero. Sono le 9 e 45 del mattino: la dilatazione avanza troppo velocemente, quel bimbo ha proprio una gran fretta, tanto che alle 10.51 tutto è concluso, tanto velocemente che il primario di neonatologia del Santa Chiara, accorso in elicottero, non fa neanche in tempo, arriva quando il bimbo già viene accomodato nell'incubatoio. Ma tutto va bene, anche se una creatura nata dopo sei mesi di gravidanza necessita di attenzioni particolari. I due genitori scrivono la prima lettera, a quel bambino di nome Damiano che ora cresce nelle culle termiche dell'ospedale di Bolzano. «La tua mamma ed il tuo papà in un'ora sono passati dall'infinito dolore, pronti a sentirsi dire che sarebbero tornati a casa in due, agli occhi pieni di lacrime, lacrime di gioia».
«Mai visto tanti camici bianchi», commenta mamma Lucia, che si è ristabilita, e che va a trovare il suo bambino ogni pomeriggio, per portargli il latte materno. «Dobbiamo ringraziare tutti, dal primario Soffiati di Trento al dottor Nicolodi primario di Cles, dalla pediatra dottoressa Bezzi a tutti coloro che ci sono stati vicini in quei terribili momenti, fino al personale del reparto di terapia intensiva neonatale di Bolzano dove ora si prendono cura di Damiano». Un bimbo forte, dicono i medici, che reagisce bene alle cure. «Dovrà stare a Bolzano per diverso tempo», commenta mamma Lucia. «Dalla prossima settimana sarò lì anch'io, ho trovato un appartamentino che mi consentirà di stare al suo fianco. Non diremo mai grazie abbastanza a medici ed infermieri che si sono prodigati al massimo perché questo miracolo potesse compiersi».