Sel: «Basta soldi alle scuole private»
I rubinetti dei finanziamenti pubblici alle scuole private non vennero bloccati con il referendum del 2007. Ora, anche sull'onda mediatica del caso Sacro Cuore (la scuola cattolica di Trento che non ha rinnovato il contratto all'insegnante lesbica), chi si batte per la «laicità totale» del sistema dell'istruzione torna a farsi sentire. Fra questi ci sono gli esponenti di Sel (Sinistra ecologia e libertà), guidati da Emlio ArisiI tuoi commenti
TRENTO - I rubinetti dei finanziamenti pubblici alle scuole private non vennero bloccati con il referendum del 2007. Ora, anche sull'onda mediatica del caso Sacro Cuore (la scuola cattolica di Trento che non ha rinnovato il contratto all'insegnante lesbica), chi si batte per la «laicità totale» del sistema dell'istruzione torna a farsi sentire. Fra questi ci sono gli esponenti di Sel (Sinistra ecologia e libertà), guidati da Emlio Arisi.
Questione di diritti calpestati, dice il ginecologo, che sulla battaglia per una scuola laica ricorda la figura del'ex segretario della Uil Scuola Vincenzo Bonmassar. E gli fa eco la co-portavoce Renata Attolini. Il concetto è chiaro: Sel è contraria ai finanziamenti agli istituti scolastici privati perché «rappresentano una violazione della Costituzione», ma visto che oggi il sistema (trentino) si basa su questo doppio binario (scuola pubblica + scuola equiparata, per la maggior parte di tipo cattolico) «la Provincia dovrebbe almeno verificare che vengano rispettati i diritti civili (il riferimento è al caso di presunta omofobia) e dei lavoratori». E qui Attolini fa i «conti del sindacato» .
Si parla sempre dell'insegnante lesbica di cui si sono occupati giornali e tivù di tutta Italia: «La docente è stata assunta, confermata e riconfermata più volte. Sul suo lavoro non sono mai stati fatti rilievi. Anzi aveva il diritto di essere inserita nell'organico di ruolo: se sommiamo i suoi contratti a tempo determinato al Sacro Cuore, ha lavorato per 1620 giorni, molto di più dei 36 necessari per far scattare "d'ufficio" il contratto a tempo indeterminato». Si critica la madre superiora che, tra mezze smentite e retromarcia affrettate, «rivela di vedere gli omosessuali come qualcosa di perverso e disdicevole».
Ma è Emilio Arisi, nel suo appello alla Provincia ad eliminare i finanziamenti alle scuole private («Non è una lotta contro le cattoliche»), a dare le spallate più forti: «La madre superiora è da tanto tempo che dirige quella scuola? Si è accorta solo quest'anno della presunta omosessualità della sua insegnante? Forse è un po' lenta, non adatta a ricoprire il ruolo di dirigente scolastica». E a chi gli dice che il sistema provinciale dell'istruzione si basa sull'intreccio di strutture private e pubbliche e che togliere i tasselli delle equiparate, stando a quanto viene riferito in Provincia, equivarrebbe a far crollare tutto il «castello», Arisi risponde con la solita chiarezza: «Qui non facciamo la rivoluzione, che è pure passata di moda. Chiediamo alla Provincia un atteggiamento razionale. Diamoci una tempistica per creare scuole solo pubbliche. Le private possono restare ma devono autofinanziarsi, perché i soldi servono a quelle pubbliche», già massacrate dai tagli. «E a chi fa notare che le scuole private arrivano a costare anche meno delle pubbliche rispondo che è facile se i docenti delle prime sono "impiccati" (nel senso di pagati poco,ndr). Poi li ricattano (a livello contrattuale) facendoli lavorare molte più ore di quanto prevederebbe il contratto. E poi (nel caso della cattoliche) c'è la questione dell'allineamento confessionale».
La soluzione - ribadisce - è una sola: tagliare i finanziamenti. E qui ci si collega alla questione del dove vanno i soldi, dei tagli, dell'austerità a cui Sel, per voce del deputato Florian Kronbichler, vuole opporsi con la raccolta di firme per sostenere 4 referendum.