Massimo Egidi dice «addio» a Fbk
La notizia era nell'aria da mesi: Massimo Egidi lascia la presidenza di Fbk. L'annuncio è stato dato ieri nel corso della riunione del Cda che, per oltre sei ore, si è occupato di tracciare le linee future della Fondazione. L'ex rettore dell'Università di Trento, che ha mantenuto l'incarico di rettore della Luiss di Roma anche guidando la Fondazione che prende il nome di Bruno Kessler, lascerà Povo in dicembre, alla scadenza naturale del suo mandato e in probabile concomitanza con la scelta del suo successore
La notizia era nell'aria da mesi: Massimo Egidi lascia la presidenza di Fbk. L'annuncio è stato dato ieri nel corso della riunione del Cda che, per oltre sei ore, si è occupato di tracciare le linee future della Fondazione. L'ex rettore dell'Università di Trento, che ha mantenuto l'incarico di rettore della Luiss di Roma anche guidando la Fondazione che prende il nome di Bruno Kessler, lascerà Povo in dicembre, alla scadenza naturale del suo mandato e in probabile concomitanza con la scelta del suo successore. Che, dice Egidi, «dovrà impegnarsi a tempo pieno per il rilancio di Fbk». Ma soprattutto dovrà essere di alto profilo.
Professor Egidi, perché lascia?
«Non si può essere doppiolavorista per tutta la vita. Abbiamo messo le carte giuste per rilanciare bene Fbk, a questo punto serve buttarcisi dentro a tempo pieno. Io non posso farlo tecnicamente, sono venuto qui tutti i santi venerdì di questi 4 anni, ma non è stata una cosa leggera».
Serve insomma un presidente a tempo pieno. Per fare cosa?
«È stato l'oggetto del nostro Cda. Messa in termini molto semplici, per attrezzarci a un futuro complicato e che potrebbe avere momenti finanziariamente spiacevoli, dobbiamo migliorare le nostre capacità interne, la qualità della ricerca, la sua valutazione, la ricerca di partner esterni, soprattutto industriali. Cioè dobbiamo migliorare quello che stiamo già facendo, insistendo su alcune direttive che preparerò e presenterò al governatore Ugo Rossi prima di lasciare. Una proposta molto articolata, che dovrà renderci meno vulnerabili alla contrazione dei fondi, basata su competitività, internazionalizzazione, apertura al mercato. Sarà una proposta molto articolata, basata anche su esperienze portate avanti in Lombardia e in Piemonte, come Torino Wireless (distretto tecnologico fondato d regione e Politecnico, ndr) dove sono entrate anche grandi imprese private come Telecom, Fiat, eccetera. Se si procederà in questa direzione, sarà necessaria una persona dedicata a Fbk che cerchi tutte le alleanze possibili per garantirle l'autosufficienza».
E come valuta questi 4 anni alla guida della Fondazione?
«Fbk è un sistema di tante competenze e tante persone intelligenti, ha bisogno di essere un po' più realista per il futuro, ma è stata un'esperienza molto interessante e ho imparato un sacco di cose. Solo da rettore, prima a Trento e poi alla Luiss, non sarei stato in grado, come sono in grado oggi, di fare un'analisi sulle direzioni della ricerca internazionale a certi livelli. Avrei voluto fare di più, ma il tempo a disposizione non me l'ha permesso».
E per il futuro, a parte il tempo da dedicare alla Fondazione, quale presidente vede? Un'intelligenza locale o una internazionale?
«Dati i campi di azione di Fbk, penso che un'intelligenza internazionale spessissimo abbia anche una forte impronta di conoscenza del mondo delle imprese. Quindi ci vuole un presidente che abbia tutte e due le caratteristiche, perché altrimenti ci si sbilancia. Ho in mente delle persone, ma l'importante non è il nome: è che il profilo sia alto, altrimenti distruggiamo Fbk».
G. Car.