«Basta con le deroghe. Man spricht Deutsch»
«Basta deroghe. Man spricht Deutsch». Il tedesco è una delle due lingue straniere obbligatorie alle superiori. Punto. Ugo Rossi accelera col suo progetto di Trentino trilingue, un progetto che accanto all'italiano privilegia l'inglese e soprattutto il tedesco. Accelera e spazza via le ultime «sacche di resistenza» presenti in quattro scuole che ancora si intestardivano, in alcune classi, a proporre come seconda lingua in alternativa lo spagnolo o il francese. Naturalmente chi ha fatto questa scelta quest'anno potrà mantenerla fino in quinta, ma nelle classi prime non ci sarà ombra di lingue latine. Le scuole coinvolte sono il Liceo scientifico Da Vinci di Trento, il Liceo Rosmini e l'Istituto don Milani di Rovereto, il Marie Curie di Pergine, dove con una delibera del 27 dicembre del 2012 l'allora assessore provinciale all'istruzione Marta Dalmaso aveva concesso una deroga alla regola fissata l'anno prima con un decreto del Presidente della Provincia, regola che stabilisce che i piani studio prevedano per il biennio l'insegnamento dell'inglese e del tedesco.
Nelle quattro scuole citate l'insegnamento di una lingua diversa dal tedesco è una tradizione consolidata e proprio per quello Dalmaso aveva concesso la deroga, con la motivazione che andava garantita «stabilità nell'offerta formativa» e che si trattava di «esperienze già in corso e consolidatesi negli anni» e che «lo studio di tali lingue alternative viene portato avanti per tutto il quinquennio in un'ottica di potenziamento». La deroga poneva peraltro anche qualche limitazione: al Da Vinci non più della metà delle classi prime poteva abbracciare l'opzione spagnolo, al Rosmini solo due sezioni potevano fare spagnolo o francese, al Curie spagnolo solo per una sezione dell'indirizzo scienze umane e una di quello scientifico. Al don Milani invece si concedeva il francese al posto del tedesco nell'indirizzo turismo e servizi sanitari, un po' per favorire gli studenti provenienti dal veronese che alle medie imparano perlopiù quella lingua e un po' per l'alto numero di studenti stranieri, che con il tedesco hanno meno confidenza.
Con la delibera Dalmaso si concedeva l'autorizzazione per tre anni, quindi fino al prossimo anno scolastico 2015-2016 compreso. Rossi però, che ha mantenuto per se la competenza dell'istruzione, ha deciso di interrompere con un anno di anticipo.
La notizia si è diffusa in settimana soprattutto in occasione di alcune assemblee tra genitori e studenti di terza media, dove chi ha scarso feeling col tedesco e immaginava di fare una scelta alternativo si è sentito dire che non sarà più possibile. La decisione improvvisa ha creato qualche irritazione anche nelle scuole interessate. «Sono dispiaciuto perché ho appreso la novità solo dalla delibera di giunta - spiega Alberto Tomasi , preside del Da Vinci - e in un quadro di rapporti di reciproca fiducia non mi pare sia la strada più corretta per fare cambiamenti». Nel Liceo trentino l'opzione spagnolo è una tradizione e veniva scelta da oltre il 40% delle matricole, anche se quest'anno il tedesco ha registrato una ripresa. «Verrà meno un'opportunità ma non avremo problemi a rimodulare l'offerta formativa» assicura comunque Tomasi.
Anche la preside del Marie Curie Sandra Boccher non ha apprezzato il decisionismo del governatore: «Personalmente non sarebbe il mio stile. È legittimo che la giunta faccia le sue scelte ma prima sarebbe giusto chiedere ai diretti interessati la loro opinione e verificare sul campo». Detto questo è convinta che se anche la cancellazione dello spagnolo portasse a una diminuzione delle iscrizioni questo per il Marie Curie sarebbe solo un vantaggio organizzativo. «Le conseguenze non saranno drammatiche e i docenti di spagnolo - spiega Boccher - avranno possibilità di trovare spazio nel nostro liceo linguistico, che sta crescendo molto».