Scialpinismo e snowboard: il fascino del fuoripista

Anche in Trentino sono tanti gli sciatori che, negli ultimi anni, si sono stufati di seguire tracciati prestabiliti nelle affollate stazioni sciistiche. L’alternativa allo sport di massa è quella di montare gli attacchi che lasciano libero il tallone e incollare agli sci le pelli di foca (sintetiche) avviandosi alla ricerca di neve fresca e picchi selvaggi. Lo scialpinismo, che nel Trentino ha una solida tradizione, è una frequentazione dell’ambiente montano che necessita di adeguata preparazione.

Oltre alla tecnica (per la risalita e la discesa in neve fresca), è necessaria una conoscenza approfondita della montagna in veste invernale, affinché la scelta dell’itinerario e i comportamenti da tenere avvengano in sicurezza. Anche l’attrezzatura è molto importante (non devono mancare gli strumenti per la ricerca e il soccorso di persone travolte da valanga). Per questo, sia le guide alpine, sia le scuole di scialpinismo della Sat e del Cai organizzano corsi di vari livelli, dai principianti ai più esperti.

C’è poi il «fuoripista», la discesa in neve fresca. «Fuori dai confini italiani ormai attrezzano solo metà della pista tradizionale; la parte restante la mettono in sicurezza e la lasciano libera», spiegano le guide alpine dell’associazione Mountime. Il sogno di chi sceglie il fuoripista è quello di trovare luoghi incontaminati, dove magari essere i primi a lasciare una traccia sul manto candido. I numeri dei frequentatori stanno costantemente aumentando.

Lo testimoniano, tra gli altri, i negozianti di attrezzature sportive del capoluogo: sono sempre di più i clienti che richiedono accessori per il free-ride, pronti a lanciarsi in discese mozzafiato nei paradisi del Tonale, di San Pellegrino, di San Martino di Castrozza o del Pordoi. Un fatto frutto anche della crisi. Poter togliere la voce «stagionale» dalle spese per la stagione invernale è un ulteriore sprone a contare solo sulla forza delle proprie gambe.

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Gli strumenti del mestiere non sono molto diversi da quelli della discesa. Il trend delle ultime stagioni è quello di acquistare sci con una superficie sempre più larga. Chi vuole fare gare, e non ha problemi di portafoglio, punterà su scarponi in full carbonio e tutina tecnica attillata, gli sciatori amatoriali possono riuscire a portarsi a casa l’attrezzatura completa con un prezzo che va dai 500 euro in su, comprensivo di sci, bastoncini, scarponi e pelli di foca.

Anche nello snowboard prende sempre più piede lo stile «all mountain», che permette di scendere con la tavola lontano dagli impianti di risalita. La novità di questa stagione invernale è la splitboard, una tavola che, per la salita, si spacca in due, trasformandosi in una coppia di sci da alpinismo, con tanto di pelle di foca da applicare. Arrivati in cima, poi, le due parti si riagganciano e la discesa è quella tradizionale dello snowboard.

La contaminazione tra pista e fuori pista ha condizionato anche i «puristi» dello sci. Soprattutto i giovani, quando devono acquistare l’attrezzatura, preferiscono lo sci largo, adatto alla neve fresca, per permettersi qualche scappatina fuori dal battuto. Per chi vuole fare evoluzioni allo snow park, invece, si stanno diffondendo gli sci con la doppia punta, che permettono movimenti più rapidi e agevoli.

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