Expo 15, presentazione tra le proteste

Si è svolto questa mattina al Muse l'incontro «150 giorni all'apertura di Expo 2015, un progetto strategico per la crescita dell'Italia», con Andrea Olivero, Diana Bracco (presidente di Expo 2015), Andrea Babbi (direttore generale Ente nazionale del turismo), Aldo Bonomi (direttore di Aaster), Ugo Rossi e Michele Dallapiccola. Incassati i complimenti del mi Olivero, vanno registrate le contestazioni alla manifestazione di un gruppo di persone.

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«L'Expo non è "cuochi di tutto il mondo unitevi", nè una festa di pro loco. Non è un parco a tema del cibo. Ma ciò non significa che le eccellenze dei territori non debbano essere rappresentate». Ad affermarlo, nel primo appuntamento di avvicinamento del Trentino a Expo 2015, è stato Aldo Bonomi, responsabile dei rapporti col territorio dell'Expo. «Lo dico dal Trentino - ha aggiunto - che ha tante eccellenze. Ma è fondamentale portare il modello di sviluppo e il percorso attraverso cui si è arrivati. Un esempio: Carlin Petrini parla di 10.000 orti di agricoltura familiare. L'anima di questo percorso, nel caso Trentino, è la famiglia legata alla terra. I territori - ci tengo molto - devono tirare fuori la loro anima». «Mi aspetto che il Trentino - ha continuato - sia protagonista tra le regioni dell'agricoltura di montagna, così come altre lo saranno per l'Appennino o il paesaggio». «Ci saranno 147 Paesi - ha sottolineato - quindi è importante capire con chi si vuole dialogare e prendere contatti. Lo so che si parla di 20 milioni di visitatori e che tutti vorrebbero portarli come turisti nella propria regione. Ma faccio presente che Venezia porta 25 milioni di persone l'anno. E senza eventi speciali. L'Expo quindi è un'occasione in cui scegliere. Anche per il Trentino, ce è un territorio messo meglio di tanti altri, pure se la crisi ha portato certo dei problemi. In ogni caso da questo territorio ci sia aspetta molto».

«È importante valorizzare le differenze e le eccellenze. L'Italia è un Paese bellissimo, complicato, con tante differenze, e guai ad annullarle in una logica centralista». Ad affermarlo è stato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, nel primo evento organizzato a Trento per l'avvicinamento all'Expo 2015. Un appuntamento, l'Expo, «che ci chiama in causa - ha aggiunto - come piccolo territorio in una dinamica che è tra quelle positive del Paese. Sappiamo di dovere dare un contributo e abbiamo le carte in regola come credibilità, appartenenza a un destino comune e come territorio di confine, abituato a ragionare in modo globale». «Altro elemento - ha sottolineato - è riuscire a veicolare messaggi in cui i territori sono importanti, anche se sono gli Stati nazionali a farla da padrone. Troppe volte le Regioni sono state additate come colpevoli di un declino, ma così non è. Ci sono territori virtuosi».

«A oggi abbiamo raccolto 1 mld di euro di investimenti esteri. Sono risorse eccezionali in un momento di crisi come questo. Altrettanto eccezionale è la cifra di 59 mln di euro, che pareggia l'investimento pubblico del governo italiano per l'Expo, raccolti ad oggi dalle regioni per la partecipazione all'Esposizione». A sottolinearlo è stata Diana Bracco, presidente della società di gestione dell'Expo 2015, parlando in collegamento video con Trento, dove si tiene oggi il primo appuntamento di avvicinamento del Trentino a Expo 2015. Del Trentino Bracco ha parlato come di «Un territorio fantastico dal punto di vista paesaggistico e produttivo. Le vostre Dolomiti - ha affermato - verranno proposte come esempio di bellezza pura del nostro Paese. La potenza della bellezza vedrà, tra le diverse espressioni, anche quella del paesaggio. E un elemento è quello delle Dolomiti. La vostra Provincia - ha proseguito rivolta al Trentino - si è riservata un ruolo di primo piano nel nostro padiglione. Da tempo inoltre la Provincia autonoma di Trento sta partecipando agli incontri coi commissari stranieri, per sfruttare con efficacia la piattaforma di internazionalizzazione, che la vostra Provincia ha, per la promozione dei vostri territori e prodotti". E a proposito di promozione, Bracco ha evidenziato come l'organizzazione stia puntando a costruire «un palinsesto inclusivo e ha spiegato come il lavoro stia procedendo per il Palazzo Italia, l'unico, come noto, che resterà sul territorio alla fine dell'Expo». «Secondo importante obiettivo - ha proseguito Bracco - è l'incremento delle quote di export nelle nostre filiere, che spesso non riusciamo a promuovere come dovuto. Il Padiglione sarà di certo una piattaforma importante a disposizione delle nostre istituzioni e delle nostre imprese. È un'opportunità incredibile e imperdibile. Lavoriamo per il rilancio alla grande del turismo e del Paese e di tutte le sue eccellenze, di tutti i principali segmenti turistici, non solo a Milano, ma su tutto il territorio nazionale. Forniremo l'immagine di un Paese variegato, ricco di biodiversità. Dobbiamo valorizzare insieme storia, design, filiere enogastronomiche, green, costruendo nel padiglione un luogo dove tutti possano esprimersi e voi sarete uno dei grandi attori». A spiegare tecnicamente spazi e momenti dell'Esposizione è stato Alberto Mina, direttore delle relazioni esterne e istituzionali del Padiglione Italia.

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