L'appalto va ai fiorentini, De Laurentis furibondo
Prendono la direzione di Firenze i soldi stanziati dal Comune di Trento per la realizzazione della sala di commiato laico da realizzare al cimitero di via Giusti. L'appalto predisposto dal Servizio Edilizia pubblica da 2,4 milioni di euro è stato infatti vinto dalla ditta Climaimpianti di Firenze che ha sbaragliato la concorrenza delle altre 105 imprese che avevano presentato la loro offerta con un ribasso di circa il 21 per cento.
Ora il Comune dovrà verificare che l'offerta sia congruente e poi consegnerà ufficialmente il cantiere. I tempi di realizzazione sono stimati in 2 anni a partire. Il progetto, studiato dall'ingegner Giuliano Franzoi, risale al 2006 e prevede un edificio su due blocchi uniti da un corridoio dove troveranno posto anche circa 4 mila cellette e circa 200 loculi. Nel livello interrato saranno predisposte 2830 cellette e 36 loculi con un ascensore e dei percorsi senza barriere per i visitatori.
Nel piano terra, con accesso rivolto verso la corte interna e un'ampia vetrata verso sud dotata di un particolare meccanismo motorizzato per regolare l'ingresso della luce solare, si troverà la vera e propria aala del commiato laico. Saranno messi a disposizione per i funerali laici 150 posti a sedere e l'intera sala sarà il più possibile flessibile per andare incontro alle diverse modalità di celebrazione funebre. Al primo piano, invece, gli spazi saranno destinati a 1210 cellette e 128 loculi. Contro l'ennesimo appalto finito fuori dal Trentino tuona il leader degli artigiani Roberto De Laurentis. Il motivo è quello che il presidente della categoria ripete da tempo: «Se non si fanno lavorare le nostre imprese il Pil non può crescere. Bisogna che i burocrati provinciali e comunali lo capiscano».«
«Da anni chiediamo che ci sia maggiore attenzione alle ditte del territorio - spiega -. Non credo che un appalto da 2,4 milioni di euro non si possa dividere in due lotti funzionali e quindi limitarsi ad un confronto tra imprese locali». «Non so più cosa fare per farmi ascoltare - prosegue - Queste norme ci stanno uccidendo, non solo noi artigiani o industriali, ma tutto il Trentino. Sarebbe il caso di applicare il buon senso e fare in modo che la burocrazia adegui le norme al momento congiunturale e aiuti le imprese a creare valore per il territorio». «Anche perché - conclude De Laurentis - tutti questi burocrati vivono con quello che le imprese producono».