Terrorismo, 14 arresti in tutta Italia «Gruppo neofascista progettava attentati»
Blitz antiterrorismo dei carabinieri del Ros: 14 gli arresti in corso di esecuzione in varie regioni italiane (tra cui Lombardia, Piemonte Lazio e Campania) su disposizione della magistratura dell'Aquila nei confronti di un gruppo clandestino che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento neofascista Ordine Nuovo, progettava azioni violente contro obiettivi istituzionali». In particolare, secondo gli inquirenti,. il gruppo pianificva attentati contro politici privi di scorta e contro sedi di Equitalia.
Nell'ordinanza di custodia cautelare si contestano i reati di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico ed associazione finalizzata all'incitamento, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Contestualmente agli arresti sono in corso delle perquisizioni a carico di altri 31 indagati.
Al centro delle indagini del Ros, riferiscono gli investigatori, un gruppo che sulle orme di "Ordine Nuovo" aveva messo in cantiere azioni violente nei confronti di "obiettivi istituzionali", allo stato non meglio precisati, utilizzando i social network come "strumenti di propaganda eversiva". I carabinieri hanno anche documentato i ripetuti tentativi degli indagati di reperire armi, tramite una rapina già pianificata o mediante approvvigionamenti all'estero.
Alcuni degli indagati, appartenenti al gruppo Avanguardia ordinovista, ipotizzavano «forti azioni nei confronti di esponenti dello Stato (ministri della Repubblica, rappresentanti delle forze dell’ordine o magistrati) o di enti pubblici: “1-10-100-1000 Occorsio (il pm ucciso nel ‘76, ndr)” al fine di destabilizzare l’ordine pubblico e la tranquillità dello Stato», si legge nelle carte dell’inchiesta.
Il piano degli indagati era «basato su un doppio binario»: «Da un lato atti destabilizzanti da compiersi su tutto il territorio nazionale e dall’altro un’opera di capillare intromissione nei posti di potere, tramite regolari elezioni popolari con la presentazione di un loro nuovo partito».
Le indagini dei carabinieri del Ros hanno anche evidenziato «il progetto, sfumato, di assassinare il noto ordinovista Marco Affatigato, ritenuto «infame» poiché asseritamente legato ai servizi segreti», riferiscono gli investigatori. Affatigato, esponente di Ordine Nuovo dal 1973 al 1976, è attualmente latitante in quanto accusato di «associazione sovversiva.
Delle 14 ordinanze di custodia cautelare emesse nell’ambito dell’operazione, denominata «Aquila Nera», 11 persone sono finite in carcere e tre ai domiciliari, per «associazione e con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
Al vertice del gruppo Avanguardia ordinovista gli inquirenti collocano Stefano Manni, 48 anni, residente a Montesilvano (Pescara) che è accusato di aver utilizzato il Web, ed in particolare Facebook, «come strumento di propaganda eversiva, incitamento all’odio razziale e proselitismo».
Manni aveva anche progettato la costituzione della «Scuola politica Triskele», legata alla creazione del «Centro studi progetto Olimpo», per organizzare incontri politico-culturali in varie località italiane, nonchè i cosiddetti «campi hobbit», come accadeva a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80.
Avanguardia ordinovista intratteneva contatti con altri gruppi di estrema destra con cui, secondo i militari del Ros, intendeva« unirsi nel processo di destabilizzazione e lotta politica» quali i «Nazionalisti rriulani», il «Movimento Uomo Nuovo» e la «Confederatio ».
Manni vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni ‘70 insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di Ordine Nuovo. Oltre ad attentati a magistrati, secondo l’accusa il gruppo avrebbe elaborato un piano »volto a mirare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti« nei confronti di prefetture, questure e uffici di Equitalia e anche previsto, in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito.
Stando a quanto dichiarato in conferenza stampa dal generale Mario Parente, comandante nazionale dei Ros, e dal procuratore della Repubblica dell’Aquila, Fausto Cardella, il gruppo avrebbe aveva realizzato un doppio livello di comunicazione: in uno con un profilo pubblico Fb lanciava messaggi volti ad alimentare tensioni sociali e a suscitare sentimenti di odio razziale in particolare nei confronti di persone di colore in un altro, con un profilo privato limitato ad un circuito ristretto di sodali, discuteva le progettualità eversive del gruppo. Secondo quanto si è appreso sarebbero coinvolti anche due aquilani.
«Un plauso al Ros dei carabinieri per l’operazione - commenta Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd - che questa mattina ha portato all’arresto dei principali esponenti di un’organizzazione terroristica neofascista. Conosciamo il valore e la professionalità dei nostri investigatori e quindi sappiamo che il Paese è sotto il profilo della sicurezza in buone mani. Per chi come me denuncia da sempre la troppo frequente diffusione di azioni e manifestazioni della cultura neofascista, quella di oggi è la conferma che quel tipo di pericolo per la nostra democrazia esiste ancora e suscita grande preoccupazione. A quasi settant’anni dalla Liberazione del Paese dal nazifascismo, la nostra guardia contro ogni rigurgito neofascista sarà sempre alta».
Allarmato il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: «Per chi si ispira al fascismo non ci devono essere mezze misure. Vogliamo credere che questo immenso lavoro si possa al più presto concretizzare con sentenze esemplari. La notizia è la dimostrazione di quanto le nostre istituzioni tengano alta la guardia contro ogni tentativo di rinascita di gruppi che si ispirano a ideologie antidemocratiche e che incitano alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Complimenti al generale Mario Parente e ai carabinieri del Ros, come del resto ai magistrati della Procura dell’Aquila, per il lavoro svolto. Per chi si ispira al fascismo non ci devono essere mezze misure. Purtroppo, anche a causa dell’uso distorto di strumenti online, i neofascismi in Italia e in Europa sono una realtà che non possiamo sottovalutare. Le forze di sicurezza del nostro Paese lavorano ogni giorno per debellare definitivamente questo tumore con l’aiuto di strumenti tecnologici sofisticati. Vogliamo credere che questo immenso lavoro si possa al più presto concretizzare con sentenze esemplari».