De Laurentis: «Basta annunci, si cambi» . Rossi: «Giudicateci dai fatti»
Se la burocrazia «continua a considerarci un nemico e non chi produce le risorse che tengono in piedi la sanità e lo stato sociale», il rischio è che «le imprese alla fine non ce la facciano più». Roberto De Laurentis, presidente degli Artigiani provinciali, è salito letteralmente sul ring per un combattimento con Ugo Rossi e contro i limiti di politica e burocrazia. Limiti che, a suo parere, bloccano lo sviluppo delle piccole imprese locali. Sul ring, approntato in occasione dell'assemblea provinciale degli Artigiani, De Laurentis ha criticato Rossi per «le troppe retromarce» e i sindacati «non possiamo andare al loro passo, ci frena». E, soprattutto, ha chiesto alle banche di riaprire i cordoni della borsa. Da parte sua Rossi ha ribadito i risultati della giunta, dalla riforma delle Comunità di valle alla riduzione dei tempi per approvare i nuovi piani regolatori, e ha però spiegato che il cambiamento «si farà, ma con il passo dell'alpino, tipico del Trentino, e che evita strappi».
Il confronto tra De Laurentis e Rossi al Palarotari, sede dell'assemblea annuale dell'Associazione artigiani, è stato all'insegna del fair play. De Laurentis è partito subito all'attacco, cercando il colpo del ko tecnico (dialettico) all'inizio. Ricordando di aver appoggiato Rossi per avere «un cambiamento» dopo l'epoca di Lorenzo Dellai, ha chiarito di aver visto per ora «solo una volontà di cambiamento», ha criticato «le tante retromarce» della giunta guidata dall'esponente del Patt. E ha messo in guardia dal fatto che fare «troppi annunci senza darvi seguito rischia di incrinare la credibilità». Da parte di Rossi la difesa su quanto fatto e le intenzioni di fare ancora in prospettiva molto di quanto indicato nel programma. «Il senso critico è legittimo, ma guardate anche ai fatti» ha detto Rossi. Chiarendo poi come la giunta, nel primo anno, abbia messo in atto «la riforma delle Comunità di valle e quella relativa alla modifica dei piani regolatori che ora si possono approvare in un anno contro i quattro anni medi necessari oggi».
De Laurentis, da parte sua, ha chiesto anche una svolta sulla burocrazia, partendo da un'azione immediata che si può mettere in atto. «Quando entriamo negli uffici pubblici non ci si può vedere come un nemico: le piccole imprese non se ne vanno dal territorio e sono quelle che versano tasse che vanno a sostenere sanità e scuola trentine». Su questo fronte, Rossi ha chiarito che «a partire dal sottoscritto serve un approccio diverso» della macchina pubblica alle imprese, ma che «con la riforma della dirigenza pubblica, che si baserà sui principi del controllo dei risultati e dei tempi di risposta del pubblico, e del merito» si sta andando in quella direzione. Per quanto riguarda il peso del fisco, contro cui De Laurentis si è scagliato, Rossi ha ricordato che «grazie alla conferma degli sconti fiscali in finanziaria, di fatto si riduce di 339 milioni di euro il gettito» legato alla riduzione delle aliquote per le tasse provinciali. Rossi ha poi sostenuto come alcune retromarce, come quella sui tagli degli stipendi a medici e dirigenti provinciali, non sia definitiva. «Abbiamo fatto delle forzature consapevolmente per arrivare al risultato di avere un tavolo in cui, per la prima volta, i responsabili sindacali si sono detti a ragionare su una riduzione dei salari» ha detto Rossi.
In risposta alla richiesta di De Laurentis di snellire il pubblico («36.000 dipendenti provinciali sono troppi»), Rossi replica che «il blocco del turn over è stato esteso anche alle spa provinciali e questo produrrà una riduzione del personale».