Aumentano le diseguaglianze sociali nel mondo e in Italia
È sempre più allarme per le diseguaglianze sociali fra aree del mondo ma anche all’interno di singoli Paesi.
In Italia le dieci famiglie più ricche nel 2013 avevano accumulato una ricchezza complessiva maggiore di quanto detenuto dal 30% meno abbiente della popolazione (oltre 18 milioni di persone); cinque anni prima, questo dato, ricavabile dai rapporti elaborati da Bankitalia, presentava uno squilibrio più attenutato: i Paperoni nazionali, infatti, potevano contare sulla metà circa (fra patrimoni, investimenti e risparmi) rispetto al valore complessivo in mano al terzo più povero della società. La crisi economica, in altre parole, ha colpito duramente chi già stava peggio.
A diffondere i dati che fotograno invece la situazione mondiale è la sede italiana di Oxfan, network internazionale di 17 organizzazioni che si occupano di lotta alla povertà e all'ingiustizia, interventi umanitari e aiuti allo sviluppo: la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale supererà nel 2016 quella del restante 99% degli abitanti.
La denuncia è contenuta nel rapporto "Grandi disuguaglianze": secondo Oxfam, «l’esplosione della disuguaglianza frena la lotta alla povertà in un mondo dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, e 1 su 9 non ha nemmeno abbastanza da mangiare».
La direttrice esecutiva di Oxfam International, Winnie Byanyima, si chiede: «Vogliamo davvero vivere in un mondo dove l’1% possiede più di tutti noi messi insieme? La portata della disuguaglianza è - rimarca - semplicemente sconcertante e nonostante le molte questioni che affollano l’agenda globale, il divario tra i ricchissimi e il resto della popolazione mondiale rimane un totem, con ritmi di crescita preoccupanti».
Secondo il direttore Generale di Oxfam Italia, Roberto Barbieri, «se il quadro rimane quello attuale anche le elite ne pagheranno le conseguenze».
Oxfam, in una nota, chiede ai governi di adottare un piano di sette punti per affrontare la disuguaglianza: dal «contrasto all’elusione fiscale di multinazionali e individui miliardari» all’introduzione «di salari minimi».
Se lo scorso anno, sempre secondo Oxfam, «gli 85 Paperon de' Paperoni del mondo detenevano la ricchezza del 50% della popolazione più povera (3,5 miliardi di persone), quest’anno il numero è sceso a 80, una diminuzione impressionante dai 388 del 2010. La ricchezza di questi 80 è raddoppiata in termini di liquidità tra il 2009-2014».