Trento Rise, continua l'indagine su bandi e consulenze
L'inchiesta su Trento Rise ora muove su ipotesi di reato più concrete: le indagini infatti procedono per abuso d'ufficio e falso. Sempre di ipotesi di reato di tratta, e dunque fattispecie penali ancora tutte da verificare, ma questo è segno che l'inchiesta prosegue, anche se siamo in una fase ancora preliminare in cui è difficile immaginare quale possa essere l'esito finale (cioè se la procura eserciterà l'azione penale o chiederà l'archiviazione).
Il fascicolo in questi mesi è passato dal modello 45 al 44 e forse anche a modello 21. Cosa significa? È una questione tecnica che però dà l'idea di come procedono le indagini avviate dal procuratore capo Giuseppe Amato con i sostituti Alessia Silvi da poco affiancata anche dal collega Pasquale Profiti.
La prima ipotesi di reato era stata rubricata a «modello 45», cioè il registro degli atti non costituenti notizia di reato, nel quale raccogliere, appunto, quegli atti che riposano ancora nel "limbo" della non sicura definibilità, ma che richiedono una ulteriore fase di accertamenti "preliminari".
Questa fase "esplorativa" evidentemente è finita con le prime acquisizioni di atti eseguite all'esterno.
Gli investigatori del Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di finanza ad ottobre avevano fatto un primo accesso presso la sede di Trento Rise.
Cercavano atti e documenti relativi alle consulenze milionarie con Deloitte ma anche materiale relativo ad altri bandi.
Venerdì gli investigatori sono tornati negli uffici di Povo per altre acquisizioni, soprattutto di supporti informatici. Era il completamento dell'attività già iniziata ad ottobre.
L'aspetto rilevante è che da queste perquisizioni appare evidente che l'inchiesta ha fatto un salto di qualità. È passata a «modello 44», cioè il registro delle notizie di reato a carico di persone ignote, ma con un'ipotesi di reato più precisa: l'abuso d'ufficio e il falso.
Che cosa significa? Evidentemente gli inquirenti vogliono capire se alcuni Pcp (Pre Commercial Procurements), cioè bandi pre-commerciali, perseguissero davvero interessi pubblici, o al contrario favorissero interessi privati. L'incarico da cui si era partiti era quello da 7,474 milioni di euro vinto da Deloitte, ma gli accertamenti puntano anche oltre.
Frattanto, su un altro fronte, la Provincia autonoma, che finanzia Trento Rise, sarà chiamato a dare spiegazioni alla Direzione generale mercato interno e servizi della Commissione europea, che ha chiesto chiarimenti sulla procedura di pre-commercial procurement relativo alla «Piattaforma Ict a supporto di un modello di integrazione di servizi socioassistenziali, erogata in forma orchestrata».