Grisenti incassa la solidarietà dei colleghi politici
C'è chi lo assolve e chi se ne lava le mani, ma tutti (o quasi) i suoi ormai ex colleghi in Consiglio provinciale provano umana pietas per il condannato Grisenti. «È stata una vicenda amara in tanti passaggi e nel finale è stato ancora peggio. Mi sembra una sentenza esagerata, anche se non entro nel merito perché ho il massimo rispetto per la giustizia» il primo pensiero di Gianpiero Passamani, capogruppo Upt. Il quale, al contrario di Pietro di fronte alle serve del sommo sacerdote, non rinnega il profondo rapporto personale con Grisenti. «Il primo pensiero va alla persona perché, indipendentemente dalle scelte politiche, Silvano è e resterà sempre un amico».
Sempre in casa Upt anche l'assessore Tiziano Mellarini è costernato e vicino, tramite sms, «all'amico Silvano». «Mi dispiace perché per me è una persona cara. Sinceramente, viste le premesse, pensavo in un altro esito». Sul futuro di Grisenti Mellarini si esprime così: «Per quanto lo conosco e per la stima che ho nei suoi confronti credo che il suo impegno per la comunità trentina non si esaurirà qui».
Totalmente dalla parte dell'ex presidente A22 anche Giacomo Bezzi (Fi). «Quando le persone sono in difficoltà va a loro tutta la mia solidarietà umana. Lo chiamerò tra qualche giorno». Sul piano concreto Bezzi dice di non voler dare giudizi perché non conosce bene la vicenda. «Di sicuro, però, Grisenti è uno che ha fatto tanto per il Trentino. Certo, chi lavora tanto rischia di sbagliare, mentre chi dorme, e sta in aula solo per alzare la mano non rischia nulla. Io sono sempre stato come lui, pronto a correre rischi, ma per fortuna mi è sempre andata bene». Bezzi si augura che Grisenti in qualche modo possa tornare protagonista in politica. «In Trentino - dice - abbiamo bisogno di idee e di gente che lavori e produca, perché per amministrare lo status quo sono capaci tutti».
Per Lorenzo Baratter, capogruppo Patt, prima di tutto «c'è l'umano dispiacere». «Io ho conosciuto Grisenti soltanto in questo periodo di Consiglio, ma in tutta onestà mi è sembrata persona preparata, con cui si poteva dialogare sebbene si fosse su fronti diversi. Ora viene a mancare una persona che un contributo in Consiglio poteva darlo».
Giudizio più o meno condiviso anche da Alessio Manica, capogruppo Pd. «Dal punto di vista politico questo consiglio perde una figura propositiva, corretta e utile per la minoranza. Per questo mi spiace. Umanamente credo che anni e anni di traversie abbiano lasciato pesanti strascichi su di lui, ma dall'altra riconosco anche che finalmente abbiamo la conclusione di un periodo politico ben definito». Poi Manica aggiunge: «Credo che, al di là dei passi falsi che sta pagando, gli vada riconosciuto di essere un uomo che ha lavorato parecchio per il suo territorio».
Più «distaccato» il compagno di partito Luca Zeni che con Grisenti ha battagliato negli anni della Margherita. «Umanamente dispiace per qualunque persona, ma siamo in uno stato di diritto e le sentenze vanno rispettate».