Prostituzione, Civica Trentina vuole le multe La polizia locale favorevole al provvedimento
Togliere le prostitute dalle strade della città. Argomento per chiudere «in gloria» quello scelto per l’ultima seduta della legislatura in Consiglio comunale. A sollevare la questione è stato il gruppo della Civica trentina che ha presentato una proposta di delibera per fare in modo che «passeggiatrici» e clienti non turbino più la quiete pubblica dei tranquilli trentini.
«Non vogliamo fare valutazioni di tipo etico relativamente al fenomeno, nella consapevolezza che la sua eliminazione risulta impossibile ed in uno stato liberale perfino ingiusta» spiega Andrea Merler, primo firmatario della proposta di delibera, assieme ai colleghi di gruppo Nicola Giuliano, Giorgio Piffer, Antonio Coradello e Sandro Bordignon. «Però - aggiunge - anche a Trento ormai c’è un problema di decoro e sicurezza. Non è ammissibile. Le prostitute sono dappertutto e in orari ormai non solo serali».
Oltre agli «storici» marciapiedi di via Brennero, Merler elenca tutta una serie di luoghi in cui le professioniste del più antico mestiere del mondo operano indisturbate: il quartiere di San Martino, la zona di Santa Maria vicina all’asilo Zanella, San Pio X, Gardolo, Mattarello. «Succede che tutte le mattine le mamme che portano i loro figli all’asilo devono fare lo slalom tra i resti degli incontri tra le prostitute e i loro clienti».
Da qui l’idea di proporre il pugno duro. Merler è riuscito a convincere i colleghi della commissione politiche sociali a trattare l’argomento in Consiglio comunale. «A livello personale - racconta - ho sentito diversi consiglieri comunali di maggioranza che sostengono la mia iniziativa. In fondo si tratta di copiare altre amministrazioni, quali Pavia, Verona e Rimini che hanno risolto il problema introducendo il divieto di prostituzione e di adescamento, sanzionando sia le prostitute che i loro clienti». Un sistema - assicura il consigliere d’opposizione - che funziona e che nel giro di poco tempo «sradica» il problema: «Il 98 per cento dei clienti paga subito per non avere problemi, non ci sono ricorsi e le zone controllate risultano bonificate nel giro di pochissimo tempo». Aggiunge inoltre che le «professioniste» (in molti casi ragazze straniere che entrano in Italia con un permesso di soggiorno per studio), identificate a seguito dell’elevazione della sanzione amministrativa, vengono segnalate alla questura e poi espulse.
A proposito di sanzioni, nella delibera la Civica propone una multa da 200 a 500 euro. «Chiaro che poi deve esserci un indirizzo politico della giunta nel far rispettare il divieto contenuto nel regolamento di polizia urbana» continua ancora Merler. A sostegno della proposta dell’opposizione arriva anche il parere tecnico della polizia locale, firmato dal comandante Lino Giacomoni. «Secondo questo - dice Merler - la previsione del divieto e della sanzione sono in linea con quanto spetta alla potestà normativa del Comune».
Nel piccolo «sondaggio» svolto dal comando si evidenzia che il divieto è già in vigore in diverse città e che quasi tutti i «multati», per evitare di ricevere a casa gli avvisi e dover dare imbarazzanti spiegazioni a mogli o genitori, pagano subito e stanno zitti. Praticamente nessuno, poi, contesta la sanzione presentando ricorso.
Il parere della Polizia locale
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