Il Trentino salverà la grotta di Nazareth
Il Trentino in campo per salvare la grotta dell'Annunciazione di Nazareth in Terra Santa. Uno dei luoghi più importanti della cristianità, con 5 mila visitatori quotidiani, fino a qualche anno fa rischiava di scomparire a causa dell'elevata umidità della grotta e lo sgretolamento delle pareti con una perdita annuale di circa 5 centimetri di roccia. Oggi grazie al lavoro di un team di Trento e Bolzano il rischio sembra essere scongiurato e ieri la Cooperazione ha lanciato un raccolta fondi tramite le Casse Rurali per portare a termine il progetto di risanamento della grotta.
La situazione di umidità si è portata avanti negli anni e la situazione del luogo, dove l'Arcangelo Gabriele comunicò a Maria la prossima nascita di Gesù, è continuata a peggiorare soprattutto durante le stagioni autunnali.
La grotta si trova sotto la basilica dell'Annunciazione, costruita negli anni ?50. Il problema delle infiltrazioni si manifestò immediatamente tanto che negli anni ?70 si corse ai ripari spruzzando sulle pareti della grotta un polimero per creare una sorta di pellicola protettiva. Il problema non si risolse. Successivamente fu una equipe dell'Università di Firenze ad avviare una delicato ciclo di interventi di risanamento senza però ottenere i risultati sperati. Tecnici e ingegneri cercarono di risolvere il problema senza riuscirci.
Ed ecco allora che negli anni scorsi lo sfarinamento della roccia calcarea ha iniziato ad assumere dimensioni talmente preoccupanti che padre Pietro Kaswalder, originario di Roverè della Luna, rappresentante della Custodia di Terra Santa che tutela i luoghi in Medio Oriente, scomparso nel 2014, lanciò un appello di aiuto. Fu in questo modo che la solidarietà trentina si mise in moto. Un team regionale, composto dal consorzio Ars, lo studio geologico Luigi Frassinella di Trento e il consorzio «Kyoutohaus« con presidente Enrico Pedri che fondò l'associazione «Un listello per Cafarno», decisero di volare in Israele per verificare la situazione ed incontrare padre Pierbattista Pizzaballa, delegato del Vaticano in Terra Santa.
Furono due giorni di analisi e di verifiche a cui ha collaborato anche l'azienda Acco Solution di Bolzano oltre a numerose geologi e restauratori trentini. I dati raccolti portarono il team ad agire immediatamente dopo aver trovato il consenso del delegato Vaticano che difronte al continuo sgretolarsi della roccia, affidò i lavori. Ecco allora che ad inizio dello scorso anno all'interno della grotta fu posizionato un tecnologico sistema elettrico che dopo pochi mesi di distanza ottenne risultati importanti bloccando l'umidità e lo sgretolamento delle pareti. «Oggi - ha spiegato l'architetto Enrico Pedri, responsabile dei lavori - l'umidità non risale più le pareti ma l'intervento non è ancora finito per mettere al sicuro la grotta di Nazareth». Proprio ieri, infatti, la Federazione Trentina della Cooperazione assieme con le Casse Rurali hanno lanciato una nuova raccolta fondi puntando ancora una volta sulla solidarietà dei trentini. Ci sarà una seconda fase dei lavori che dovrà rimuovere dalle rocce l'acqua accumulata nei secoli, trovare da dove arriva quest'ultima ed infine effettuare il restauro della grotta.
La spesa stimata è di 60 mila euro. Le Casse Rurali Trentine sono scese in campo per promuovere la raccolta fondi. I cittadini potranno versare sul conto corrente Iban: IT12 V082 0935 3700 0000 0073 614 intestato a «Un listello per Cafarnao» presso la Cassa Rurale di Roverè della Luna oppure dagli sportelli Atm delle Casse Rurali Trentine. «Provo orgoglio ed emozione per queste iniziative - ha spiegato il presidente della Cooperazione Diego Schelfi - perché dimostrano il senso profondo della cultura che caratterizza i trentini».