Fiaccolata a sei anni dal terremoto dell'Aquila
Uno striscione portato da alcuni familiari delle vittime con lo slogan «il fatto non sussiste ma uccide» in riferimento alla sentenza della Corte d'appello che ha assolto sei dei sette componenti della Commissione Grandi rischi. Poi altri che chiedono verità e giustizia dietro migliaia di persone che in silenzio sfilano con le fiaccole in mano.
Così nel giorno di Pasqua di Resurrezione che coincide con il sesto anniversario del tragico sisma dell'Aquila, si è snodato il lungo corteo per non dimenticare le 309 vittime che alle 3.32 della notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 sono rimaste uccise da una scossa che seminò distruzione causando 1600 feriti e 70 mila sfollati. In testa al corteo anche familiari di alcuni degli studenti stranieri che persero la vita la notte del terremoto: alcuni genitori di giovani scomparsi sei anni fa indossano una casacca con la scritta «il fatto no sussiste» con la data della sentenza della Corte e del terremoto.
Alla commemorazione che si è svolta ieri notte in un clima pungente per il freddo, circa diecimila cittadini ed esponenti delle istituzioni c'era il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio. Insieme al sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, c'è il primo cittadino di Pescara, Marco Alessandrini, con i gonfaloni delle due città.
Organizzato dai Comitati dei familiari delle vittime del terremoto, il lungo serpentone umano si è snodato da via XX Settembre (all'altezza del vecchio tribunale) e si è diretto in piazza Duomo, dove sono stati letti i nomi dei morti e alle 3.32 si sono uditi i 309 rintocchi delle campane della chiesa di Santa Maria del Suffragio (nota come delle Anime Sante) dedicati alla loro memoria.
In corteo anche i rappresentanti di associazioni nate dopo altre tragedie, quali quella di Viareggio e della ThyssenKrupp. Associazioni riunite in un coordinamento che sempre domani si riunirà all'Aquila per mettere a punto il programma di un convegno nazionale su legalità e giustizia, che dovrebbe svolgersi a Roma.
«Credo che il clima sia cambiato. Il dolore oggi - ha detto il sindaco Cialente - viene vissuto in modo più raccolto, anche se per questa occasione ha influito la concomitanza delle festività pasquali. Ma la commemorazione del 6 Aprile deve diventare sempre di più un momento della storia di questa città. La presenza di persone come il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e di altre figure istituzionali regionali come quella del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, è un bel segnale. Non mi aspettavo la presenza di rappresentanti del governo nazionale per via della Pasqua».
Alla veglia seguita alla messa hanno partecipato in molti, tra cui numerosi familiari delle vittime. Durante la notte sono stati numerosi coloro che hanno visitato la cappella della memoria, dove ci sono le lapidi con i nomi delle 309 vittime, adiacente alla chiesa delle Anime Sante, chiusa per i lavori di recupero.
Significativa la testimonianza del presidente del consiglio regionale: «È un momento struggente, doloroso, straziante, ma bisogna pensare al futuro con positività, con grande forza e fiducia. Lo Stato sta facendo la sua parte, siamo in una fase di svolta, tutti insieme, in particolare istituzioni e cittadini, si deve reagire. La Regione ci vuole essere», ha detto Di Pangrazio.
Oggi sono in programma quattro funzioni religiose per rciordare il tragico anniversario della catastrofe che vide la mobilitazione solidale anche del trentino, con oltre 2.500 percone coinvolte negli interventi di assistenza e di ricostruzione.