L'abbraccio di Foggia alla famiglia Morlino «Ma ora pensiamo ai figli di Carmela»

di Nicoletta Brandalise

Foggia si è stretta ieri attorno a Matteo e Maria Grazia Morlino in una fiaccolata silenziosa attraverso le vie della città per ricordare Carmela e tutte le vittime di femminicidio. All'iniziativa organizzata da R.I.V.I.VI (rete interassociativa contro la violenza) e patrocinata dal Comune hanno aderito oltre alle numerose associazioni anche Consigliera di Provinciale di parità, Cgil provinciale, la Regione e l'Unicef. «Lo scopo di questa manifestazione - dicono gli organizzatori - è quello di ricordare questa mamma nel giorno del trigesimo e non solo il delitto che l'ha uccisa. E anche il desiderio di evidenziare le falle di un sistema di tutela che non protegge fino in fondo chi già si era rivolto ai servizi, come nel caso di Carmela, e attivato ogni risorsa disponibile. E' infine l'occasione di per riflettere ancora e sempre sulla matrice culturale che arma la mano degli uomini, di alcuni uomini».


Mentre la città di Foggia si mobilita per ricordare Carmela il papà, Matteo Morlino, venuto dal Trentino, con mamma Maria Teresa è chiaro: «Faremo tutto quanto è in nostro potere per difendere e proteggere i nostri nipoti, che sono affidati alla nostra custodia, dai "toni" che abbiamo udito sulle circostanze che hanno causato la morte di Carmela. - afferma con determinazione - Il nostro dovere è quello di assicurare ai bambini il migliore futuro possibile. In questo mese ho avuto la possibilità di visionare tutti gli incartamenti di mia figlia e posso dire con certezza, che tutto quello che ha fatto per difendersi con i suoi piccoli dalle violenze subite, è stato fatto bene». Violenze psicologiche, e anche fisiche a detta di papà Matteo che, è bene ricordarlo, venivano perpetrate sistematicamente su Carmela e sul maggiore dei due figli dal marito Marco Quarta con crudeltà inaudita.

L'uomo, ora in carcere a Spini di Gardolo, la attese la sera di giovedi 12 marzo, davanti all'uscio della casa di Zivignago che condivise con lei per undici anni, infliggendole quindici coltellate mortali alla presenza dei due figli che videro la madre soccombere: «Faremo terminare in Trentino l'anno scolastico ai bambini, consapevoli che forse quei luoghi potranno portare qualche sofferenza. Siamo in continuo contatto con le assistenti sociali e le psicologhe, che insieme a noi decideranno il luogo e le modalità per fare crescere in serenità i nostri nipoti», aggiunge. Ma ancora, e con insistenza, quest'uomo di ammirevole coraggio che ha sempre condiviso il suo dolore con grande dignità, si rivolge alle istituzioni dimostratesi fallaci nella tutela e nella prevenzione di tragedie come quella di Carmela: «Abbiamo fiducia nella giustizia e lasceremo lavorare con serenità gli inquirenti. Purtroppo, dobbiamo sempre fare i conti con leggi che, pure con pene inasprite, hanno consentito alle statistiche che contano i femminicidi di aumentare. La fiaccolata di stasera e ogni altra iniziativa, dovrebbero servire a scongiurare che anche ad una sola donna venga riservato il destino toccato a mia figlia».

In attesa che le istituzioni, così largamente invocate dalla famiglia Morlino, facciano la loro parte ad incominciare dalla scuola. Scrive Grazia Bonante Fassiola, membro dell'associazione R.I.V.I.VI, per commemorare Carmela: «Sin dalla prima infanzia, si potrebbe sviluppare curiosità con progetti mirati alla crescita armonica di bambine e bambini, educate ed educati alla differenza e alla pace, che sostituisca per sempre il sistema della cultura patriarcale, che ci vorrebbe invece strumentalmente divisi in un primo e in un secondo sesso, l'uno subalterno all'altro. Mi piace pensare allora che si possa rovesciare il problema. Si possono creare le condizioni che pongano fine alla violenza contro le donne? Spuntare il coltello non rispondendo in modo simmetrico, nè relegandosi al solo contenimento del danno?"»

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