«La buona scuola» non piace: il 5 maggio sciopero
Il 5 maggio il mondo dell'istruzione incrocerà le braccia contro la riforma del Governo "La Buona Scuola": lo hanno annunciato oggi i sindacati del settore, dal palco della manifestazione della Rsu a Roma che ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Ma il ministro Stefania Giannini difende il testo: "è una riforma culturale rivoluzionaria". Lo sciopero è indetto da Flc-Cgil, Uil Scuola, Cisl Scuola, Gilda-Unams e Snals-Confsal. Unicobas invece si 'smarcà e conferma lo sciopero indetto per il 24 aprile insieme ad Anief e Usb: il 5 maggio "potrebbe essere già troppo tardi" avvertono, perchè la discussione del ddl comincerà il 23 aprile e quindi "la mobilitazione a ritirare o emendare il testo deve partire prima".
Alla manifestazione romana erano presenti in piazza anche i leader dei sindacati confederali: il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha invitato a "procedere unitariamente con lo sciopero generale della categoria". E mentre il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha chiesto al Governo di cambiare il disegno di legge, quello della Cisl, Annamaria Furlan, ha chiesto un decreto legge per l'assunzione dei precari della scuola: "visto che tutto è passato in un disegno di legge - ha spiegato Furlan - sarà davvero complicato fare le assunzioni entro settembre. Non si fanno le riforme con le consultazioni online. La vera scuola è quella della Costituzione, della partecipazione e della collegialità. Tutte cose che mancano del tutto nel disegno di legge del Governo". Dure le parole dei tre leader sindacali confederali di categoria. "Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza - ha tuonato dal palco Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - si finisce come l'apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola". "Chiediamo al presidente della Repubblica di intervenire - ha detto il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo - perchè stanno mettendo sotto i piedi la Costituzione italiana. Non ci fermeremo, dobbiamo scioperare tutti e, se dovessero continuare in maniera autoritaria, andremo avanti".
Il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ha così sintetizzato il no alla riforma del Governo: "Serve un piano di assunzioni e serve che sia fatto per decreto. No inoltre all'art.12 del ddl, che per dare retta alla corte europea stabilisce che dopo tre anni di lavoro precario un docente sia licenziato. No infine al preside con super poteri". "Il Governo ascolti la piazza" ha chiesto il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, avvertendo che "il 5 maggio non deve essere la conclusione di un periodo di lotta, ma l'inizio, a costo di scioperare anche nel periodo degli scrutini". Il segretario generale dello Snals Confsal, Marco Paolo Nigi, ha spiegato che "la scuola non vuole più farsi prendere in giro". Anche le organizzazioni degli studenti, compresi gli universitari, hanno annunciato la loro adesione allo sciopero del 5 maggio. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha difeso il ddl. "Manifesto rispetto per chi sciopera. Stiamo cercando di costruire consenso su labuonascuola, riforma culturale rivoluzionaria" ha scritto in un tweet. Per poi argomentare da Lucca che il governo sta "cercando da un anno di costruire un ampio consenso intorno a una riforma in cui crediamo tantissimo". Giannini si è detta certa che quando la riforma "sarà capita fino in fondo da tutti, ci sarà un'accettazione ma soprattutto una partecipazione ancora più ampia".
Quanto al percorso parlamentare della riforma, "non so se gli emendamenti saranno tanti, ma l'importante è che siano emendamenti di qualità che migliorino il testo". Un punto sul quale si è soffermata anche la presidente della Camera, Laura Boldrini: "nell'ambito delle mie prerogative faccio sempre in modo che i provvedimenti vengano discussi in profondità e che ci sia dibattito in Aula". A difesa della riforma la maggioranza del Pd, mentre Stefano Fassina, della minoranza dem, oggi in piazza pur ammettendo che nel ddl "c'è una parte positiva" cioè l'assunzione di centomila precari, ha chiesto che il ddl sia "profondamente corretto". Il presidente di Sel, Nichi Vendola, invita infine il ministro Giannini "ad avere un pò di pudore" quando afferma che il ddl sulla scuola è una rivoluzione.