La giunta taglia le sedi di guardia medica da 35 a 22
Ridotti anche i medici del servizio, da 160 a 120
Nella conferenza di questa mattina la giunta ha parlato di riorganizzazione, ma i numeri dicono che si tratta di tagli: le sedi della guardia medica saranno divise in distretti sanitari e passeranno da 35 a 22. I medici che vi presteranno servizio non saranno più 160 ma 120.
IL COMUNICATO DELLA PROVINCIA
Una riorganizzazione basata sui quattro distretti sanitari (Ovest, Centro Nord, Centro Sud, Est) e nuovi criteri per individuare le nuove postazioni delle guardie mediche basati su posizione rispetto al territorio delle Comunità di Valle, distanza dalle strutture ospedaliere, funzionalità logistica e numero di prestazioni erogate. È il nuovo assetto sul quale si baserà il servizio di continuità assistenziale, modificato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re. Punto di partenza per la ridefinizione degli indirizzi all'Azienda per i servizi sanitari, è la convergenza delle chiamate riguardanti la continuità assistenziale su un unico numero, la Centrale operativa di Trentino Emergenza 118, che garantisce una qualificazione del servizio ai cittadini e il coordinamento nella gestione delle richieste di intervento.
"Sono trascorsi 20 anni dagli ultimi provvedimenti con cui l'esecutivo ha individuato gli ambiti territoriali per il servizio di guardia medica - chiarisce l'assessora Borgonovo Re - e nel corso di questo arco temporale il servizio sanitario nel suo complesso è stato oggetto di numerose modifiche, con riforme organizzative che hanno riguardato sia il livello essenziale di assistenza ospedaliera, con il riassetto della rete degli ospedali e dei sistemi di risposta all’urgenza ed emergenza, che quello territoriale, con l’introduzione dell’associazionismo in medicina generale e, più recentemente, di nuovi modelli organizzativi dell’assistenza primaria quali le Aggregazioni Funzionali Territoriali (A.F.T.). Ma tutti questi processi, fino ad oggi, non hanno riguardato direttamente il servizio di continuità assistenziale che ha mantenuto intatta l'organizzazione iniziale".
Il servizio di continuità assistenziale è attualmente garantito in Provincia da circa 160 medici, dislocati su 35 postazioni. I medici operano assicurando risposte telefoniche, visite domiciliari e ambulatoriali e dispongono di un sistema informativo che consento loro l'invio di messaggi al medico curante e la programmazione di interventi domiciliari. Questa organizzazione, unita alle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio trentino, determina una situazione di forte disomogeneità sia nelle modalità organizzative del servizio sia nei carichi di lavoro. Per questo, a distanza di 20 anni dagli ultimi provvedimenti, è necessario rivedere l'attuale organizzazione del servizio. Per la definizione dei nuovi indirizzi va tenuto conto del mandato dato all'Azienda sanitaria di estendere, su tutto il territorio provinciale, il servizio di convergenza delle chiamate riguardanti la continuità assistenziale su un unico numero e quindi, in caso di necessità, alla Centrale Operativa Trentino Emergenza 118; quando sarà attiva la nuova organizzazione, il cittadino che chiamerà telefonicamente la sede della continuità assistenziale, utilizzando il numero unico 118, avrà garantita la risposta di un operatore il quale, a seconda del problema dichiarato, inoltrerà la chiamata al professionista medico della continuità assistenziale ovvero attiverà i servizi di emergenza. Inoltre non appena definita l’organizzazione della continuità assistenziale locale, sarà impegno dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari bandire i concorsi per la copertura delle postazioni con personale titolare di incarico a tempo indeterminato e quindi rafforzare le loro competenze organizzando specifica formazione. I nuovi indirizzi approvati oggi dalla Giunta provinciale individuano quali nuovi ambiti per l'organizzazione della continuità assistenziale i 4 distretti sanitari:
Distretto Ovest: territori delle Comunità di Cembra, Valle di Non, Valle di Sole, Rotaliana, Paganella;
Distretto Centro Nord: territori delle Comunità della Valle dell'Adige e Valle dei Laghi;
Distretto Centro Sud: territori delle Comunità di Giudicarie, Alto Garda e Ledro, Vallagarina, Altopiano Folgaria;
Distretto Est: territori delle Comunità di Valle di Fiemme, Primiero, Bassa Valsugana, Alta Valsugana, Ladino di Fassa.
In base alle caratteristiche geografiche e abitative dei territori ricompresi nei diversi ambiti, con presenza di zone a diversa densità abitativa ma con servizi assistenziali diffusi, il fabbisogno di medici di continuità assistenziale per i distretti è definito secondo il rapporto di 1 medico ogni 5.000 abitanti residenti, con possibilità di individuare nel Distretto Ovest un diverso rapporto pari a 1 medico ogni 3.500 abitanti residenti, per far fronte alle peculiari esigenze di questo distretto. Sulla base della nuova organizzazione, viene demandata all'Azienda sanitaria la revisione del numero e della localizzazione delle attuali sedi del servizio di continuità assistenziale, secondo questi criteri di riferimento:
- posizione baricentrica rispetto al territorio delle Comunità di Valle;
- distanza dalle strutture ospedaliere;
- funzionalità logistica rispetto alla potenziale istituzione di AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali);
- numero di prestazioni erogate storicamente nelle sedi attuali.