Il pieno di carburante costa troppo: spara e uccide il benzinaio
Sette euro. La differenza tra il prezzo solitamente pagato per un pieno e la somma che sabato gli aveva chiesto il benzinaio. «Sessantotto euro? Sono troppi, mica ho un camion, non li pago», ha urlato Mario Di Fiore, ex muratore che per anni ha gestito una piccola impresa edile, a Nicola Lombardo che da qualche mese lavorava al distributore di piazza Lolli, a due passi dal cuore di Palermo.
Lombardo ha insistito e Di Fiore non ci ha visto più. Gli ha sparato alle spalle con una 7,65 che possedeva illegalmente dopo avere subito due rapine. Un’arma portata dietro per difendersi che, in un momento di follia, ha usato contro un uomo inerme.
I particolari dell’aggressione sono venuti fuori durante il lungo interrogatorio a cui l’imprenditore è stato sottoposto la notte scorsa in questura. E a raccontarli è stato lo stesso Di Fiore che della morte del benzinaio, deceduto all’ospedale ore dopo, ha saputo dalla televisione. «Ho saputo che era sposato e aveva due figli, sono distrutto», ha detto al suo avvocato.
La caccia all’uomo è cominciata subito. Gli agenti della Mobile, coordinata da Rodolfo Ruperti, hanno visionato le riprese della videosorveglianza piazzata all’esterno di alcuni negozi della zona. E sono riusciti a ricostruire una parte della targa dell’auto, una Fiat Uno, usata dall’assassino che, dopo avere sparato, si è allontanato.
Il lavoro investigativo successivo è stato fondamentale: la polizia ha esaminato migliaia di targhe. Nel pomeriggio di ieri la svolta: gli inquirenti sono arrivati alla Uno del pensionato incrociando una serie di dati. L’uomo vive a Brancaccio, ma era nella zona del delitto perchè doveva andare dalla figlia.
La polizia l’ha raggiunto mentre era nello studio di un geometra: Di Fiore ha detto di attendere, poi ha seguito gli agenti in questura dove ha confessato il delitto. Il pm Ennio Petrigni ha disposto il fermo contestando al pensionato l’omicidio aggravato dai futili motivi.
Domani, probabilmente si terrà l’udienza di convalida. In un magazzino di Di Fiore, a Ficarazzi, è stata trovata la 7,65 che l’aggressore portava con sè dopo avere subito due rapine.