In questura si «bolle», malore in ufficio
Continua a mantenersi difficile la situazione negli uffici della questura, in viale Verona a Trento, in questi giorni di gran caldo. La struttura infatti, è priva dell'impianto di condizionamento, dato che i tre generatori che lo alimentano sono fuori uso. Due si erano bloccati già da mesi, l'ultimo - quello che stava «salvando» la situazione in questa estate - ha alzato bandiera bianca qualche giorno fa.
Una situazione che sta costringendo dirigenti, funzionari, agenti, personale amministrativo ad un'autentica lotta contro le alte temperature, che non sempre viene vinta: proprio ieri, infatti, una ispettrice dell'ufficio stranieri ha accusato un malore, nel corso della mattinata. La donna è stata trasferita all'ospedale Santa Chiara, dove è stata trattenuta per qualche ora per accertamenti.
Si tratta purtroppo solo dell'ultimo episodio in ordine di tempo: già nei giorni scorsi due dipendenti amministrativi avevano dovuto ricorrere alle cure dei sanitari dopo essersi sentiti male a causa del caldo.
Senza impianto di condizionamento, infatti, gli uffici della struttura - nella quale la questura si è trasferita, dalla vecchia sede di piazza Mostra ormai quasi una decina di anni fa - proprio per la sua conformazione, tende a trasformarsi in un autentico «forno», con temperature tra i corridoi che arrivano a sfiorare anche i 35 gradi.
Un problema che, pare, purtroppo non sarà risolto rapidamente: già nell'immediato, qualche giorno fa, i tecnici hanno certificato che i guasti non sono leggeri e sembra che per mettere mano all'impianto - da cui dipenderà quest'inverno anche il riscaldamento - serva una somma che si aggirerebbe sui 300.000 euro. Della questione è già stato informato il Ministero ma, va da sé, di questi tempi non sarà facile e soprattutto rapido reperire i fondi per sistemare l'impianto.
Tutto il personale della questura, in questi giorni, sta cercando di dare il massimo, cercando anche di minimizzare le polemiche dato che gli attuali vertici della questura sono stati nominati di recente e si sono ritrovati il problema tra capo e collo. Si sta cercando di ovviare ai forti disagi con una «flessibilizzazione» ad hoc degli orari, permettendo - soprattutto per quel che riguarda l'area amministrativa, dato che per l'ordine pubblico è difficile definire orari - di iniziare prima i turni e di poter così prolungare le ore di astensione dal lavoro nelle ore più calde.
Da parte sua il questore Massimo D'Ambrosio sta mettendo in campo tutte le sue energie per poter giungere al più presto ad una soluzione che permetta ad agenti, funzionari, dirigenti ed amministrativi di poter tornare al più presto a lavorare in condizioni dignitose e, soprattutto, salubri.
Sul punto - visti anche casi analoghi che stanno riguardando gli uffici della polizia delle comunicazioni e quelli delle Commissioni tributarie, nel palazzo degli uffici finanziari di via Vannetti (vedi l'Adige di ieri), è intervenuta con una nota anche Giuseppe Pallanch della Fps-Cisl: «Lo Stato deve metter mano alle strutture, al fine di salvaguardare i propri dipendenti e metterli in condizione di continuare ad poter erogare servizi al cittadino. In alcune strutture il mancato rinfrescamento dei locali sta portando a punte di caldo anche di 37 gradi. In viale Verona stiamo registrando grande impegno dal parte del questore ed è ora che sulla scorta del suo esempio tutte le istituzioni facciano la loro parte, al fine di non mettere a rischio l'incolumità dei lavoratori».