La società Levico Terme è in liquidazione, sprofondata in un mare di debiti dopo il Covid e la crisi energetica
Il futuro della struttura guarda ora alla nuova cordata di Massimo Oss, la società Terme Levico Vetriolo srl che fa capo all'ex presidente dell'Apt e al costruttore Mirko Pellegrini della Mak. E l'ex sindaco Passamani
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LEVICO TERME. La società Levico Terme spa, che ha gestito le Terme di Levico per 17 anni, è arrivata al capolinea. A dettare lo stop a un'azienda che ha visto coinvolti, dall'acquisto della Levicofin nel 2008 in poi, una quarantina tra albergatori e imprenditori levicensi sono stati i conti del 2023, approvati in assemblea il 21 gennaio 2025. Conti di fronte ai quali c'erano solo due possibilità: ricostituire il capitale sociale completamente eroso o imboccare la via della liquidazione. E i soci hanno scelto la seconda opzione.
"Erosi" anche loro da un percorso pieno di difficoltà e da uno "sprofondo" rosso, pari a 1.609.000 euro, aggiuntosi ai 189.439 euro di fine 2022 e al 1.016.550 euro del 2021. Tutte stagioni, va ricordato, pesantemente condizionate prima dal Covid, poi dai costi energetici esplosi a causa della guerra Russia-Ucraina, quindi da debiti antichi e mai riassorbiti.
Ma le cause ora contano poco: la morale è che il patrimonio della società, già consunto negli anni scorsi, da un residuo positivo di 189.344 euro a fine 2022 è passato a un pesante negativo di 1.421.879 euro.
Insufficienti i ricavi a raddrizzare le cose, in risalita sì da 1.720.885 euro a 1.860.817 euro (e ancora in crescita nel 2024) e con un valore della produzione che ha toccato i 2.137.249 euro: ma i costi sono stati pari a 3.612.178 euro, con una differenza a carico delle casse aziendali di 1.474.929 euro.
A pesare sul risultato finale, anche il fatto che la società, impegnata a cercare di salvare il salvabile e quindi a raggiungere un accordo per cedere in affitto i beni di proprietà della Provincia e avuti in gestione fino a fine agosto 2025 (con la possibile proroga di un anno), ha dovuto svalutare le somme accantonate per il Project Financing a cui aveva rinunciato (641.590 euro), quindi accantonare un fondo rischi da 1 milione e stanziare gli interessi passivi dei debiti bancari.
Insomma, già a fine 2023 la situazione era critica, ma la Levico Terme spa ha continuato a far funzionare stabilimento e ambulatori durante la stagione successiva, cercando di migliorare gli indicatori di performance, salvare i posti di lavoro (20 quelli stabili) e mantenere viva la località.
Al tempo stesso, è continuata la ricerca di una via di uscita dalle difficoltà ma la forte esposizione bancaria è sfociata in giugno nella chiusura della linee di credito e nella revoca dei mutui, prima da parte della Cassa Rurale Alta Valsugana (pure socia con 97.400 euro di capitale su 1.388.000 euro), quindi del Bpm. Impossibile, a quel punto, pensare di andare avanti.
Già dal 2023 erano stati presi contatti a questo proposito con Casa Raphael di Roncegno Terme (azienda che sfruttando le stesse acque di Levico invece funziona molto bene) ma il dialogo si era fermato per la difficoltà di raggiungere un'intesa su una partecipazione come Associazione temporanea di imprese al nuovo bando di gara emanato dalla Provincia con un termine di gestione di soldi due anni. Nel 2024 però il dialogo con Casa Raphael era ripreso, ma era arrivata anche la manifestazione di interesse della Prime Consulting srl e della JKPMC Consulting srl, prima di quella formulata da Massimo Oss, con cui è stato trovato l'accordo. Accordo che oggi dovrebbe sfociare nella firma dell'atto con cui la spa prossima alla liquidazione cederà in affitto, con opzione di acquisto, l'azienda alla neo costituita Terme Levico Vetriolo srl che fa capo all'ex presidente dell'Apt e al costruttore Mirko Pellegrini della Mak. Più l'ex sindaco Passamani.