Istruzione: precari, solo 41 su 593 possono farcela
«Per avere consenso non si può far credere a tutti che possono ambire a un posto nella scuola. Sui precari occorre dire la verità alle persone e non invece far pensare che, se si sono fatte una o due supplenze in una vita, si ha diritto a un posto». Ugo Rossi, presidente della Provincia con le deleghe sull'istruzione, replica alla Uil scuola che ha annunciato altri due ricorsi, arrivando così a quota otto, per una platea di potenziali interessati che, secondo il sindacato, è pari a 1.000 precari da stabilizzare.
La richiesta del sindacato alla Provincia di mettere a posto un migliaio di precari si basa sulla sentenza della Corte europea di Strasburgo che ha condannato l'Italia per l'eccessivo utilizzo di contratti a tempo determinato nella scuola. In particolare, ha chiarito che per coloro che, oltre ad altri requisiti, avevano alle spalle almeno 36 mesi di contratto da supplente, l'Italia avrebbe dovuto trovare una soluzione definitiva.
«Prima di tutto - spiega Rossi - su questa vicenda occorre attendere una sentenza della Corte costituzionale. Ma al di là di questo, mi viene da dire che ciclicamente in particolare la Uil torna fuori con dei ricorsi e dando l'illusione a tutti di poter essere assunti».
Rossi sottolinea che questo non è vero e che «occorre dire la verità alle persone e la verità è che finora abbiamo stabilizzato, con le immissioni di agosto, 552 docenti dalla primaria alla secondaria di secondo grado, più 200 maestre di infanzia, 60 insegnanti di sostegno e bandito un concorso per 120 posti per i bidelli. Sentenze o non sentenze questo è quanto abbiamo fatto e faremo ancora».
Rossi ricorda infatti come con la prossima finanziaria provinciale, si metterà mano ad altre risorse per riuscire a stabilizzare qualche altro centinaio di insegnanti precari.
«Massimo rispetto per le scelte dei ricorsi, ognuno faccia quelli che crede. Ma per essere stabilizzati i requisiti sono avere abilitazione, aver lavorato su una cattedra vacante e non una volta nella vita come tanti e e averlo fatto per almeno 36 mesi» sottolinea il presidente della giunta provinciale.
Finora alla Provincia, in totale, sono arrivate «593 domande di diffida per conversione del posto da precario a tempo indeterminato. Di queste domande solo 124 di queste nelle graduatorie provinciali per titoli quindi possibili di essere immesso in ruolo e di questi solo 41 hanno requisiti dei 36 mesi di contratto su cattedre vacanti, 29 nella primaria e 12 nella secondaria. Questi sono i numeri su cui ragionare, non si possono illudere mille persone in nome del consenso quando poi in realtà chi può entrare sono poche persone». Il presidente della giunta provinciale chiarisce quindi come secondo i dati delle richieste di trasformazione del rapporto di lavoro arrivate, la questione riguarderebbe pochi precari.
Rossi sottolinea poi come «ho già detto chiaro e tondo che noi stabilizzazioni ne facciamo indipendentemente dalla sentenza. Noi con la finanziaria metteremo il principio che chi lavora in maniera continuativa per garantire il funzionamento della macchina ha diritto alla stabilizzazione. Poi comunque una quota variabile di personale è legata alla quota di assenze del personale, quota che non è prevedibile».
Rossi spiega poi alla Uil scuola che «la Provincia non ha mai smesso di indire i concorsi sostiutendo via via quelli che andavano via».