Ventenne a processo per il bacio «rubato»
Una corte insistente e soprattutto sgradita e un bacio «rubato» hanno portato diritto in tribunale con l’accusa di molestie un ventenne residente nei dintorni di Trento. Il giovane, difeso dall’avvocato Patrizia Galvagni, ha dunque imparato le buone maniere a sue spese: ieri è stato ammesso all’oblazione (pagherà un’ammenda estinguendo il reato) dopo aver presentato alla ragazza una lettera di scuse accompagnate da 250 euro a titolo di risarcimento del danno.
Banale quanto spiacevole la vicenda che dimostra come spesso i giovani non abbiano piena percezione che alcuni comportamenti non solo solo inopportuni e magari molesti, ma anche penalmente rilevanti e possono avere conseguenze pesanti.
La ragazzina, quindicenne all’epoca dei fatti che risalgono all’estate del 2014, aveva raccontato ai genitori di essere osservata con insistenza da due ragazzi che aveva visto per la prima volta ad una festa di paese. Nulla di grave se non fosse che il pressing divenne insistente e prolungato.
Nel capo di imputazione si parla di «continui sguardi, ammiccamenti, occhiolini» rivolti alla 16enne che in un contesto di paese avevano spesso l’occasione di incontrare. Benché lei non mostrasse affatto di gradire, l’imputato avrebbe spesso tentato approcci rivolgendosi con espressione come «bella» alla minorenne.
Sin qui saremmo rimasti sul terreno della maleducazione se non fosse che in occasione di un’altra festa il ventenne avrebbe chiesto ripetutamente un bacio alla ragazza e, a fronte di un suo rifiuto, «la afferrava per un braccio e repentinamente le dava un bacio sulla guancia destra».
Fatto che induceva i genitori della minorenne a sporgere denuncia ai carabinieri. Il bacio “rubato” è costato al giovane un’incriminazione per molestie. Dopo che il giudice aveva respinto l’archiviazione chiesta dalla procura il caso ieri è approdato in aula.