Trento, raffica di furti: nel mirino negozi e automobili Colpiti i quartieri di San Giuseppe e della Bolghera
Non è finito solo il quartiere di San Pio X nel mirino dei ladri-vandali. Dopo il raid di venerdì notte in tre esercizi commerciali ed in un ufficio, ieri mattina, fra le 4.30 e le 5, nel rione di San Giuseppe ed in Bolghera sono stati danneggiati negozi, vetrine ed auto.
Diciotto le segnalazioni, tre gli esercizi commerciali in cui i ladri sono riusciti ad intrufolarsi. Il bottino, tuttavia, è pari a zero.
L'unico dato certo, nella confusione generata ieri mattina dalla scoperta dei danni, è la fascia oraria in cui hanno agito i ladri: è scattato alle 4.50 del mattino l'allarme alla tabaccheria al civico 116 di via Vittorio Veneto. Il raid sarebbe partito almeno mezz'ora prima.
I titolari del punto vendita, subito corsi sul posto, hanno trovato i segni di arnesi da scasso sulla porta d'ingresso. «Non sono riusciti ad entrare - spiegano - L'allarme ci ha salvati».
Precedentemente i malintenzionati hanno colpito in altri tre esercizi commerciali ai civici 96, 98 e 100 di via Veneto. All'agenzia di poste «Blu» ed al Malybar hanno provato ad entrare dagli ingressi secondari, sul retro. Entrambi i colpi sono falliti. «Abbiamo la porta blindata, ma venerdì c'era stato un altro tentativo di scasso - spiegano al bar - È dal 1971 che gestiamo il locale ed è la prima volta che succede». Anche al panificio «Paniere» al civico 100 i ladri non hanno centrato l'obiettivo, ma i segni dello scasso sono evidenti.
In via Lorenzoni si contano i danni: cinque auto con i finestrini rotti e tre esercizi commerciali con le porte danneggiate. «Due macchine erano parcheggiate davanti a noi, tutte quelle colpite dai vandali erano sul lato destro della strada - racconta Giorgio Bianchini, marito della titolare della lavanderia "La splendor", Graziella Beatrici - due auto avevano rotto il lunotto posteriore rotto, altre due il parabrezza ed una il finestrino laterale. Da noi i ladri hanno provato ad entrare ma non ci sono riusciti: soldi non ne teniamo, avrebbero trovato solo i vestiti che ci portano a lavare. Sembra quasi che siano atti di vandalismo più che tentativi effettivi di furto».
Sono state forzate anche le porte di un ufficio vicino e di un negozio di ortofrutta chiuso da mesi. Forse i malintenzionati hanno percorso in senso orario il quadrilatero compreso fra via Veneto, via Lorenzoni, via Matteotti e via San Pio X. In quest'ultime due vie, all'incrocio, i ladri sono riusciti ad aprire la porta di un locale con l'insegna di Compro Oro. Poco più avanti, hanno lasciato i segni del loro passaggio al ristorante «Niky's Vintage»: hanno provato a forzare, per fortuna senza fare troppi danni, uno dei serramenti esterni.
Anche all'Orvea di San Pio X è stato tentato il colpo, forse con poca convinzione: la porta antipanico è stata danneggiata probabilmente con un cacciavite. I ladri sono invece riusciti ad entrare al «Mister Pizza Caffè», in via Perini , ma in cassa non hanno trovato nulla (vedi articolo a lato).
Il bilancio del raid fra San San Pio X e San Giuseppe è ancora parziale, perché non tutte le persone ed i commercianti che hanno subìto danni si sono subito rivolti ai carabinieri. Ma non è finita: altri colpi sono stati segnalati in Bolghera . I ladri sono riusciti ad entrare nel panificio Lemayr di piazza Vicenza e se ne sono andati con un paio di bottiglie di vino e monete per neppure dieci euro.
Anche un mese e mezzo fa nello stesso punto vendita si era verificato un furto. I malviventi si sono tenuti alla larga dall'edicola vicina, dotata di impianto di allarme e di telecamere di sicurezza, ma hanno provato ad entrare nel negozio di frutta e verdura «L'orto di Laura» in via Gorizia.
«Stamattina (ieri per chi legge, ndr) abbiamo trovato il vetro rotto - spiega la titolare - È la terza volta in due mesi che i ladri provano ad entrare». Due le ipotesi degli investigatori: si potrebbe trattare di atti vandalici fini a se stessi, con la volontà di far danni e, se capita, di mettersi in tasca qualche moneta, ma non si esclude che ad agire sia qualche «disperato», forse tossicodipendente, alla ricerca di soldi.