Profughi nella Caserma Bando per l'accoglienza

Arrive alle «Chiesa» dalla prossima settimana

di Andrea Bergamo

Duecentocinquanta profughi al posto dei militari nell’ex dormitorio delle caserme Damiano Chiesa. La struttura è stata isolata rispetto al restante complesso (che doveva essere destinato alla realizzazione del Nuovo ospedale del Trentino) con una recinzione ad hoc e verrà «inaugurata» nella sua funzione di centro di prima accoglienza presumibilmente il prossimo 15 dicembre. La data è riportata nella determinazione del dirigente Silvio Fedrigotti, con la quale viene lanciato il bando per l’affidamento del servizio agli operatori. 
 
Quello di via Desert a Trento non sarà infatti una «casa» per i profughi, ma dovrà servire al loro smistamento nelle strutture di valle (in particolare nelle canoniche disabitate, con 120 posti letto messi a disposizione dalla Diocesi). «Quando sarà aperto assorbirà tuttavia i 96 migranti che attualmente vivono nei prefabblicati dell’ex polveriera di Marco di Rovereto e le 62 persone presenti alle Viote» riferisce il coordinatore del Cinformi Pierluigi La Spada. Il servizio di accoglienza dovrà essere svolto «per sette giorni la settimana con un’attività organizzata da almeno 15 operatori» per un periodo di 4 mesi (la convenzione terminerà il prossimo 14 aprile). L’assegnazione dell’incarico avverrà sulla base del massimo ribasso rispetto alla somma base di 190mila euro (iva esclusa): i costi sostenuti dalla Provincia saranno rimorsati dallo Stato per un importo massimo di 30 euro per ogni persona e per ogni giorno di accoglienza.
 
Gli enti che si occupano della questione sono le cooperative «Punto d’Approdo» di Rovereto e «Arcobaleno» di Riva, oltre alle associazioni «Centro Astalli», «Atas Onlus», «Casa Padre Angelo Onlus» e «Infusione» di Trento, la «More» di Breguzzo e la «Trame e Terra» di Tonadico e infine la fondazione «Comunità solidale» di Trento. Saranno loro ad occuparsi dell’erogazione del «pocket money», ossia la «paghetta» giornaliera destinata ai profughi. La Provincia ha messo sul piatto 115.800 euro per i mesi di gennaio e febbraio 2016. La somma è pari a 2,50 euro per ogni migrante ospitato, per un massimo di 7,50 euro per nucleo familiare (onere sostenuto dallo Stato).
 
Va detto che il Protocollo d’intesa tra Provincia e Commissariato del Governo era in scadenza a fine anno, ma il Viminale ha chiesto la disponibilità ad una proroga per altri 12 mesi. Sarà la Provincia, con il Cinformi, a stabilire la durata del periodo di erogazione del «pocket money» e la sua eventuale riduzione, sospensione o revoca.

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