Corre con l'auto per fare pipì Annullata la maxi multa
Aveva un bisogno impellente di fare pipì e così ha pigiato sull’acceleratore per raggiungere il prima possibile una piazzola di sosta con la toilette. Pizzicato dalla polizia stradale, aveva rimediato una multa salatissima per eccesso di velocità: 821 euro. Oltre alla sospensione della patente e alla decurtazione di dieci punti. Ma il giudice di pace, accogliendo il ricorso dell’automobilista - che spiegava di avere violato le norme del codice stradale per motivi di salute - ha annullato la sanzione, riconoscendo lo stato di necessità.
L’uomo è infatti diabetico e, spesso, questa patologia si associa alla necessità di urinare con frequenza. I fatti oggetto del contenzioso risalgono all’estate 2014. Il 20 maggio l’uomo era stato sorpreso mentre procedeva ad una velocità decisamente sostenuta e il 17 giugno gli era stata notificata la sanzione. Nel verbale elevato dalla polizia stradale veniva contestata la violazione dell’articolo 142, coma 9, del codice della strada, in base al quale «chiunque supera di oltre 40 chilometri orari ma di non oltre 60 chilometri orari i limiti massimi di velocità è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 527 a euro 2.108». Insomma, l’uomo correva. Dalla violazione consegue poi la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi.
L’automobilista, come detto, ha impugnato il verbale chiedendone l’annullamento e il giudice di pace di Mezzolombardo, Antonio Paolo Arman, ha accolto l’istanza ritenendo sussistente l’esistenza dello stato di necessità, quantomeno putativo. Dirimente quanto emerso dalla consulenza tecnica di ufficio sullo stato di salute del conducente, che ha confermato «uno stato di bisogno impellente di urinare in un contesto di stato confusionale del ricorrente, che lo ha indotto a cercare il più velocemente possibile una piazzola di sosta con toilette».
Il consulente ha spiegato di ritenere che «la sintomatologia rappresentata dallo stesso paziente risulta essere compatibile con i disturbi tipici della patologia diabetica cui si associa un quadro di nicturia», ovvero la necessità di urinare frequentemente nelle ore notturne. Proprio sulla base di questa analisi il giudice ha accolto il ricorso dell’automobilista, che ha spiegato di avere violato il codice stradale per motivi di salute.
«Ne consegue che il ricorrente - scrive in sentenza - caduto in un “probabile stato confusionale”, abbia ritenuto sussistere uno stato di grave necessità di tutela della propria salute fisica, non altrimenti evitabile rientrando nello stato di necessità putativo». In sostanza in quel momento l’uomo aveva la convinzione genuina di dovere raggiungere con tempestività una toilette.
In ogni caso il giudice ha ritenuto che non sussistesse una prova sufficiente della responsabilità del conducente, che si è opposto alla sanzione. Da qui l’accoglimento del ricorso, ponendo però a carico del sanzionato le spese di consulenza tecnica di ufficio quantificate in 200 euro.