Bastonate alla vicina Incastrati da loro figlio
I bambini, si dice, sono la bocca della verità. E in questo caso, in effetti, proprio le incredibili parole del figlio minorenne alla vicina vessata hanno incastrato i genitori, accusati di averla presa a bastonate: «Le hai prese da mio papà e adesso le prenderai anche da me». Frasi che la donna, con piglio da detective, ha registrato e prodotto in procura, facendo così riaprire le indagini. Per la coppia, residente in valle dei Laghi, è quindi arrivata la condanna: 4 mesi di reclusione per lesioni aggravate e 4.500 euro di risarcimento a titolo di provvisionale.
Questo non è che l'ennesimo capitolo in una incredibile storia di attriti tra vicini di casa, partiti da un banalissimo contenzioso su una canna fumaria quasi vent'anni fa e sfociato - questo almeno hanno stabilito i giudici di primo grado - in una vera e propria persecuzione ai danni della vittima, una sessantenne. Per quello stalking domestico, lo scorso luglio, la coppia era stata condannata: 2 anni e un mese e 2 anni e 4 mesi di reclusione. Gli imputati erano inoltre stati condannati a pagare le spese legali e al risarcimento della vicina di casa, costituita parte civile attraverso l'avvocato Giuliano Valer. Alla donna era stata riconosciuta una provvisionale di 20 mila euro, demandando al giudice civile l'eventuale quantificazione definitiva del danno (ora è pendente il ricorso in appello presentato dalla difesa dei coniugi, che negano ogni addebito).
I fatti oggetto di quel procedimento - si va dalle aggressioni verbali ai getti d'acqua - risalgono al periodo tra il 2010 e il 2012. Ma la querela per stalking era stata preceduta da una per lesioni. La donna, nel maggio 2010, aveva infatti denunciato di essere stata picchiata con un bastone dalla coppia. Gli elementi raccolti non erano stati ritenuti però sufficienti per esercitare l'azione penale e, pertanto, il fascicolo aveva imboccato i binari dell'archiviazione. Ma la donna, evidentemente esasperata dalla situazione, ha deciso di passare al contrattacco ed ha iniziato a registrare gli insulti che le venivano rivolti dai vicini. E proprio mentre armata di un vecchio registratore a cassette ascoltava quello che le veniva detto, il figlio minorenne della coppia - al quale evidentemente sarebbe stato instillato un vero odio verso la vicina - le ha rivolto una frase esplicita: «Le prendi sì le bastonate, le hai prese da mio papà e adesso le prendi anche da me». A quel punto l'audio è stato consegnato agli inquirenti e riversato su un cd, poi acquisito dalla polizia che ne ha confermato l'autenticità.
Proprio sulla base di queste frasi la procura, accogliendo l'istanza della difesa, ha riaperto le indagini - anche sulla base di quanto emerso nel processo di primo grado per stalking - ha raccolto i referti medici ed è partito un nuovo procedimento, questa volta per lesioni aggravate dall'uso del bastone, che si è concluso con una nuova condanna a carico della coppia, che ha continuato a respingere le accuse. La donna, che doveva rispondere anche di ingiurie, è stata «graziata», visto che il reato è stato depenalizzato.