Moglie infedele tradita dai messaggini. Per lei c'è la separazione con addebito
Costano cari gli sms «di perdono» per un presunto tradimento che la moglie aveva scritto al marito. I brevi, e peraltro vaghi, messaggi sono stati la prova principale che ha portato il Tribunale a dichiarare la separazione con addebito alla donna per infedeltà coniugale. La vicenda - per cui il giudice in caso di diffusione del provvedimento ha previsto che vengano omesse le generalità dei protagonisti - è particolare perché dimostra come anche pochi sms siano sufficienti a dimostrare un tradimento, sempre difficile da provare in giudizio se non si è ingaggiato un investigatore privato specializzato in infedeltà coniugale.
I due coniugi erano arrivati ai ferri corti visto che sulla fine del loro matrimonio non avevano trovato un accordo. Anzi, avevano imboccato la strada della separazione giudiziale con tutte le incognite, e le spese, di una causa civile combattuta l'uno contro l'altra. Lui chiedeva che si addebitasse la colpa della separazione alla moglie per aver violato i doveri di fedeltà, coabitazione ed assistenza. In sostanza la donna era accusata di aver avuto una relazione extraconiugale. E per questo il consorte tradito chiedeva 25.000 euro di danni patrimoniali, ma soprattutto esistenziali per i patimenti fisici, psichici e sociali provocati dal matrimonio finito a rotoli. Da parte sua la moglie chiedeva il rigetto della domanda perché infondata e la condanna del marito a pagare un assegno di mantenimento mensile di 500 euro o in alternativa l'assegnazione della casa coniugale alla donna.
La sentenza di fatto accoglie le ragioni del marito con addebito della separazione alla moglie che dovrà versare anche a controparte oltre 7.000 euro di spese legali ma nessun risarcimento danni.