È battaglia legale per le 16 farmacie Farmacisti rurali al Tar: «Punteggi errati»
Finisce di fronte al Tar il concorso per l'assegnazione di 16, ambitissime, nuove sedi di farmacia in Trentino. Nei giorni scorsi due farmacisti trentini hanno presentato ricorso lamentando la "discriminazione" di fatto dei farmacisti rurali che hanno trascorso molti anni in sedi "disagiate", senza poter ottenere in pieno al concorso il beneficio in termini di punteggio previsto dalla legge. È un aspetto che può apparire marginale, ma che, invece, se accolto dai giudici amministrativi, potrebbe stravolgere la graduatoria.
Era stato il governo Monti, nel pacchetto di misure denominato «Cresci Italia», a introdurre una serie di misure per aumentare la concorrenza, tra cui molte nuove farmacie (16 nel solo Trentino). L'assegnazione, come dimostrano i 430 farmacisti provenienti da tutta Italia entrati nella graduatoria del Trentino, è molto ambita. Questo soprattutto per ragioni economiche: si calcola infatti che una farmacia avviata in una zona ad alta densità abitativa in città possa valere anche 2-3 milioni di euro. L'assegnazione delle 16 sedi viene fatta attraverso un concorso per titoli indetto dalla Provincia. Piazzarsi ai primi posti significava sistemarsi per la vita. Non sorprende dunque se in tanti ci abbiamo provato, anche chi per molti anni ha lavorato in sedi periferiche, offrendo un servizio essenziale alla comunità ma certo meno remunerativo rispetto a chi è titolare in un grosso centro.
Il bando assegnava, ovviamente, un peso notevole ai titoli di servizio. Per esempio, per l'attività di titolare e direttore di farmacia venivano assegnati 0,5 punti per anno per i primi 10 anni e 0,2 per anno per i secondi dieci anni. Inoltre, come espressamente previsto da una legge del 1968, il bando prevedeva l'applicazione in favore dei farmacisti che avevano esercitato in sedi rurali una maggiorazione del 40% sul punteggio relativo all'esercizio professionale fino ad un massimo di 6,50 punti. Tuttavia il bando prevedeva un meccanismo che, in caso di partecipazione al concorso per la gestione associata, poneva un limite massimo di punti. In questo modo un farmacista rurale con notevole anzianità veniva di fatto penalizzato.
Su questo punto si è scatenato il contenzioso amministrativo. Un primo ricorso al Tar, per conto di due farmacisti trentini, è stato depositato nei giorni scorsi dagli avvocati Nicola Degaudenz e Paolo Dal Rì. Ma altri ricorsi su questo argomento potrebbero seguire nei prossimi giorni.
I due avvocati sottolineano come il meccanismo sull'attribuzione del punteggio per i farmacisti rurali, e in Trentino ce ne sono parecchi, porti a risultati palesemente illogici ed ingiusti. Ad uno dei ricorrenti, che vantava 32 anni di esercizio professionale di fatto non è stato applicato l'aumento previsto per i «rurali» perché già aveva il massimo. In questo modo il farmacista, nonostante la sua lunga carriera in periferia, si è piazzato solo oltre il 50° posto in graduatoria (dunque ben lontano dall'ottenere una sede), ma se gli avessero attribuito il punteggio "rurale" sarebbe schizzato al primo posto. Gli avvocati Degaudenz e Dal Rì sostengono che il meccanismo introdotto dalla Provincia produca risultati paradossali perché assegna identico punteggio per servizio ad un farmacista rurale con 13 anni di attività e ad un collega rurale con 35 anni, entrambi avranno il massimo di 35 punti. I legali - forti di una recente sentenza del Consiglio di Stato sullo stesso argomento - chiedono dunque di annullare graduatoria e bando.