Otto richiedenti asilo espulsi: sfrattati dalla residenza Brennero
Espulsi dal programma di accoglienza ed ora anche "sfrattati" di fatto dalla residenza Brennero.
È il destino degli 8 richiedenti asilo che, per non aver rispettato le regole della struttura di accoglienza, sono stati allontanati. Il provvedimento di revoca, possibile sulla base di una norma nazionale, era stato preso già alcune settimane fa dal Commissariato del governo su richiesta della Provincia. Gli otto stranieri rimangono comunque richiedenti asilo, e dunque per ora possono legittimamente restare in Italia, ma non possono beneficiare della rete di assistenza che in Trentino, come nel resto d'Italia, è stata tesa per accogliere i profughi.
Gli otto espulsi dal programma di assistenza pare continuassero a gravitare intorno alla struttura di accoglienza di via Brennero, cercando si sfuggire ai controlli anche grazie all'aiuto di qualche amico ospite.
Il problema è stato risolto venerdì con una sorta di "sfratto". Approfittando dell'assenza di gran parte degli ospiti, molti di loro infatti erano andati in moschea a pregare in occasione del Ramadan, il personale ha raccolto gli effetti personali degli "abusivi" depositandoli all'ingresso. Al rientro gli ospiti hanno trovato un gruppo di guardie del Corpo di vigilanza notturno, incaricato della sicurezza, che verificava chi aveva diritto ad accedere nella struttura e chi no perché espulso dal programma. L'operazione di "filtraggio" è stata portata a termine con qualche malumore tra gli immigrati, ma senza particolari tensioni.
Nella struttura di via Brennero sono ospitati in prevalenza giovani di età compresa tra i tra 17 e i 20. Le 70 persone ospiti sono autonome e vengono loro distribuiti dei buoni spesa di 150 euro al mese a persona, oltre ad un pocket money di 2,50 al giorno.
Le turbolenze che hanno portato agli otto "cartellini rossi" risalgono ad un mese e mezzo fa, dopo la decurtazione economica per violazione del regolamento e le minacce e ritorsioni agli operatori. E poi la chiusura degli stessi in un ufficio, l'occupazione del locale, l'impossibilità degli operatori di uscire, la mediazione non riuscita e la protesta in strada.
È stato un episodio negativo, per ora isolato, in un progetto di accoglienza che sin qui ha dato risultati positivi. Nel solo Trentino coinvolge un migliaio di richiedenti asilo sparsi su una quarantina di comuni.