Appalti, per nominare le commissioni servono anche 280 giorni

Imprese arrabbiate per i ritardi nelle nomine dei tecnici

di Giorgia Cardini

Le revoche degli appalti per condanne non dichiarate; le mancate aggiudicazioni dovute all’anomalia di tutte le offerte per l’applicazione del sistema delle medie mediate; i ricorsi e controricorsi sugli appalti aggiudicati, da parte di ditte che ritengono di non averli vinti ingiustamente; gli annullamenti di gare dovuti a problemi tecnici; i rinvii di importanti opere causati dalla mancanza di soldi.
 
I motivi per cui le imprese edili della provincia di Trento sono sul piede di guerra (e sull’orlo di una crisi di nervi) sono tanti, e l’Adige ne ha dato conto più volte nelle scorse settimane.
 
Ma a questi si aggiunge ora un’altra causa di malcontento: la dilatazione a dismisura delle procedure di appalto per i lunghi, in qualche caso lunghissimi, tempi di nomina delle commissioni tecniche che devono valutare le offerte delle ditte partecipanti e aggiudicare i lavori.
 
Le nomine vengono fatte dalla giunta provinciale con delibera e una tabella che circola in questi giorni tra le imprese parla chiaro: se queste sono obbligate a stare nei termini stabiliti al minuto e al millimetro, non altrettanto deve fare l’ente pubblico. 
 
Sotto la lente sei appalti con scadenza delle offerte nel 2014: per la scuola elementare di Creto, tra la consegna delle offerte e la nomina della commissione sono passati 97 giorni, per il Centro della Protezione civile di Ossana sono passati 69 giorni, per il depuratore Trento 3 i giorni sono stati 81, per il progetto Manifattura di Rovereto 130, per l’Officina di Trentino Trasporti 280, per il Polo scolastico di Molina di Fiemme 76. Anno 2015: per la scuola media di Mezzocorona tra consegna offerte e nomina commissione sono passati 186 giorni, per il Centro di aggregazione giovanile di Creto 154. Anno 2016: per il completamento della Questura ci sono voluti 140 giorni per la delibera della giunta, datata 13 giugno. 

Il calcolo finale, per queste procedure, parla di un tempo medio di nomina di 135 giorni (quattro mesi e mezzo), che fa imbestialire chi lavora nel settore delle costruzioni. Anche perché, almeno fino all’approvazione nel marzo scorso della nuova legge provinciale in tema di appalti, per regola la commissione era composta da membri interni alla stazione appaltante (delibera 247 del 2009), dunque da funzionari pubblici. Un criterio un po’ cambiato dopo l’approvazione della legge 2 del 2016, che all’articolo 21 impone la predisposizione di «un elenco telematico aperto ai liberi professionisti, a dipendenti pubblici e dipendenti delle amministrazioni aggiudicatrici, suddiviso per ambiti di specializzazione». E che per gli affidamenti di servizi di architettura ed ingegneria, prevede che «le amministrazioni aggiudicatrici possono prevedere che delle commissioni tecniche facciano parte un architetto o un ingegnere liberi professionisti regolarmente iscritti all’albo professionale». Ma non c’è invece, neppure nella nuova legge, un termine per la nomina delle commissioni né per la valutazione delle offerte.
 
«È un problema che continuiamo a fare presente alle amministrazioni, che adducono mille difficoltà burocratiche - commenta il presidente di Ance Trentino, Giulio Misconel -. Ma io dico questo: abbiamo bisogno di lavoro e di appalti. Sono stufo di continuarlo a ripetere, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Un immobilismo come quello della nostra Provincia non esiste da nessuna parte: se non si rendono conto della situazione, è inutile continuare a urlare. Porteremo i libri in tribunale. Capisco tutto, i problemi della Provincia, capisco che le procedure di nomina si siano complicate, ma è ora di finirla».
 
Intanto, però, nell'immobilismo denunciato da Misconel qualcosa si muove: è in fase di revisione, infatti, l’applicazione del sistema delle «medie mediate», che ha comportato nel mese scorso la mancata aggiudicazione dei lavori della nuova caserma dei vigili del fuoco di Lona Lases e dei lavori stradali sulla statale 240 di Loppio.

Come aveva già annunciato l’assessore ai lavori pubblici Mauro Gilmozzi, ammettendo che la valutazione delle offerte con esclusione di quelle che si discostano dalla media dei ribassi per il 15% in difetto o in eccesso stava dando parecchi problemi, sulla questione si è aperta una discussione tra enti pubblici e costruttori. A confermarlo è proprio Misconel: «Almeno su questo - dice - si sta lavorando in modo positivo».
 
A dare una mano a una veloce revisione è arrivata ieri anche l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno presentato in consiglio provinciale dal capogruppo Upt, Gianpiero Passamani, che impegna la giunta provinciale a individuare dei correttivi al meccanismo.
 

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