Sanità. visite private in forte aumento. Dal 2013 al 2015 sono state 27 mila in più
L'ultima lamentela arriva da una mamma di una neonata alla quale è stata prescritta una visita cardiologica con elettrocardiogramma. Nessuna urgenza, ma il primo appuntamento che le è stato offerto in regime istituzionale è stato a dicembre.
Quello dei tempi d'attesa rimane uno dei temi più spinosi della sanità, anche di quella trentina. Perché se è vero che i nostri tempi sono migliori che nel resto d'Italia, è altrettanto vero che alcuni indicatori negli anni si sono mossi. Per quanto riguarda la prenotazioni di visite in libera professione, ad esempio, pur rimanendo una minima parte rispetto alle prestazioni complessive erogate dell'Azienda, si è registrato negli ultimi anni un sensibile aumento. Se nel 2013 erano state 101.960, nel 2015 sono state 128.292. Poco meno di 30 mila in più. Diversa la situazione delle prestazioni in regime istituzionale. Erano 1.133.313 nel 2013, sono scese a 1.098.569 nel 2014 e poi sono lievemente risalite ancora nel 2015 quando hanno raggiunto quota 1.104.078. I dati sono contenuti nella relazione sulla gestione 2015 dell'Azienda sanitaria. Una fotografia sull'efficienza dei servizi, sui numeri, sugli obiettivi futuri e sulle prospettive.
Sicuramente i dati maggiormente monitorati rappresentano le prestazioni richieste con codice di priorità Rao A, B, C. Queste sono state prenotate in oltre il 90% dei casi rispettivamente entro i 3, 10 e 30 giorni. Il 50% è costituito da richieste con Rao B. Va però anche detto che queste richieste sono una minima parte del totale. Rappresentano infatti appena il 15% di tutte le prestazioni prenotate in regime istituzionale. Una percentuale decisamente bassa. Rappresentano davvero l'85% le prestazioni non urgenti? Quelle che possono essere differite fino a 45 giorni senza problemi?
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Va detto che ormai la gestione delle liste di attesa secondo criteri di priorità è la soluzione ritenuta migliore da moltissimi sistemi sanitari che hanno adottato negli anni il sistema trentino. Questo tipo di gestione della domanda necessita però di una coordinazione tra prescrittori ed esecutori della prestazione, per ridurre al minimo i casi di sovrastima o sottostima dell'urgenza.
Monitorate poi una lunga lista di prestazioni per accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali richieste senza codice di priorità Rao. Complessivamente i tempi d'attesa sono stati contenuti all'interno dei 45 giorni previsti. Qualche problematicità è stata evidenziata per oculistica, ematologia e per le visite urologiche. L'Azienda sanitaria fa presente che nel 2015 è stata avviata una riorganizzazione dell'attività con un aumento delle prestazioni.
Interessante anche l'analisi che collega la residenza degli utenti con il luogo della struttura che eroga i servizi.
È evidente come oggi molti pazienti siano disposti o obbligati (a seconda dei punti di vista) a spostarsi per riuscire ad ottenere appuntamento nel minor tempo possibile. Ed ecco, ad esempio, che nelle strutture della valle di Non hanno fruito dei servizi oltre mille utenti dell'Alta Valsugana e 122 della val di Fiemme, solo per fare un esempio. Sul totale delle 1.232.371 prestazioni del 2015, 60.812 sono state fruite da residenti fuori provincia.