L'Università di Trento scivola di dieci posizioni
Si piazza comunque davanti a Firenze e si colloca all'ottavo posto a livello italiano
L'università di Trento perde 10 posizioni in un anno nella classifica Qs World University Rankings, una delle più prestigiose a livello mondiale. Secondo il report per l'anno universitario 2016/2017 l'ateneo trentino rientra nella fascia di posizioni tra la 441 e la 450 al mondo, mentre l'anno scorso era tra la 431 e la 440. Per quanto riguarda l'Italia, la nostra università si piazza comunque davanti a Firenze e si colloca all'ottavo posto tra le università italiane guidate dal Politecnico di Milano che si colloca solo al 183° posto nel mondo.
In generale le università italiane sono davvero tanto indietro: delle 26 incluse nella rilevazione molte retrocedono. Il Politecnico di Milano al 183° posto, si riconferma il numero uno in Italia per il secondo anno consecutivo. Un risultato in contro-tendenza rispetto alla maggior parte delle altre. Risalgono qualche posizione infatti Politecnico di Torino (305esimo, guadagna nove posti) e l'Università di Modena e Reggio Emilia (690-700). Mentre Bologna cede quattro posizioni e scivola al 208° posto dal 204°. La Sapienza di Roma finisce 223°. Padova scende 29 gradini (338°). Milano perde 64 punti e finisce 370°. Pisa crolla dal 367° posto nella fascia 441-450, in compagnia di Firenze, Roma Tor Vergata e Napoli Federico II e Trento appunto. La Cattolica che era nella fascia 471-480 scende in quella 491-500.
Sono state oltre tremilaottocento le università analizzate quest'anno, per arrivare alla rosa di 916 che sono state incluse nella classifica. Per identificare le più competitive, sono stati adottati sei criteri: indicatori utili a valutare aspetti dell'attivà universitaria importanti per gli studenti di tutto il mondo. Quantità di risorse impiegate per l'insegnamento, qualità della ricerca prodotta, occupabilità dei laureati e internazionalità i parametri utilizzati. Per stilare la classifica si utilizzano diversi strumenti: innanzitutto, le risposte date da accademici, docenti e ricercatori (74.651 quelli coinvolti quest'anno), ai quali viene chiesto di indicare le università migliori nel proprio ambito di specializzazione, ad esclusione di quella dove insegnano o ricercano. Questo indicatore costituisce il 40% del punteggio totale. Per il 10% pesa un sondaggio rivolto ai datori di lavoro.