Più caro il biglietto comprato a bordo Si pensa di farlo pagare 2 euro
Il biglietto venduto sull'autobus costerà più di quello comprato all'edicola e una parte del sovrapprezzo andrà nelle tasche dell'autista che lo avrà venduto, una forma di indennizzo per l'onere aggiuntivo e di incentivo a non chiudere gli occhi davanti agli abusivi. Sulle cifre nulla è ancora deciso. «Una ipotesi tecnica di lavoro allo studio prevede la vendita a bordo al prezzo maggiorato di 2 euro in luogo degli ordinari 1,20 euro» spiega Roberto Andreatta, dirigente del Servizio trasporti della Provincia, che tiene monitorato ciò che avviene in altre città italiane.
Il contratto nazionale di categoria demanda alla contrattazione aziendale stabilire quale percentuale della maggiorazione vada riconosciuta all'autista. In mancanza di accordo si applica il 50%, quindi per gli autisti di Trentino Trasporti sarebbero 40 centesimi a biglietto. Ma nulla vieta di riconoscere anche percentuali più elevate; a Verona ad esempio viene riconosciuto addirittura l'80% del sovrapprezzo.
Discutere di cifre oggi rischia però di essere prematuro, tantopiù vista la reazione suscitata dalle anticipazioni dell'assessore provinciale ai trasporti Mauro Gilmozzi nei vertici sindacali, che hanno contestato l'uscita come intempestiva proprio alla vigilia del referendum organizzato tra gli autisti. Se l'ipotesi si trasformerà in un accordo vero e proprio lo sapremo solo lunedì sera. In caso affermativo anche Trento si allineerà alle moltissime città italiane ed europee dove gli autisti controllano e i biglietti vengono venduti anche a bordo. Un sistema che dove è in vigore pare abbia dato risultati apprezzabili nella lotta agli abusivi.
A livello nazionale già nell'aprile del 2013 è stato inserita la possibilità di contrastare l'evasione tariffaria affidando agli autisti vendita e controlli. A Trento se ne parla da tempo e ora partirà la fase sperimentale. Su una decina di mezzi che operano sulle linee 14 e 17 del capoluogo sui quali è stata o verrà montata una cabina blindata per difendere l'autista da eventuali aggressioni, problema che potrebbe intensificarsi nel momento in cui lo stesso avrà l'obbligo di imporre il pagamento del biglietto e invitare chi non lo vuole fare a scendere dal mezzo. La sperimentazione durerà tra i sei e i dodici mesi.
Le resistenze dei rappresentanti dei lavoratori sono state superate promettendo un aumento di organico e una migliore organizzazione dei turni. Verrà notevolmente ridotto il ricorso a turni spezzati e almeno l'80% delle giornate lavorative sarà organizzato su un turno unico. Ci saranno 4 o 5 nuove assunzioni più una decina a tempo determinato, nella fase sperimentale, per andare a coprire i turni di quei lavoratori che per anzianità di servizio o motivazioni personali non vogliono vendere i biglietti a bordo e che verranno perciò dirottati su servizi di controllo.
Uno dei nodi da sciogliere è quello degli orari di punta, in cui appare difficile pensare di applicare la regola dell'ingresso anteriore senza rischiare di bloccare il servizio o accumulare pesanti ritardi. Andreatta fa notare come in realtà l'obbligo, che è già in vigore da mesi, sia perfettamente applicabile nella maggior parte delle corse limitando le deroghe agli orari di massima punta.
Si è inoltre evidenziato un calo dei portoghesi: tra i quasi tredicimila controlli effettuati nel maggio scorso solo il 2,1% di utenti era senza biglietto o abbonamento contro il 3,2% di un anno prima.