Emergenze in Trentino, via al numero unico: sarà il 112

La dirigente Luisa Zappini garantisce: «Entro 5 secondi ogni cittadino avrà una risposta»

di Flavia Pedrini

Siamo alla stretta finale: il numero unico dell’emergenza potrebbe essere operativo entro l’anno o poco oltre. Da quel momento il «112» coprirà tutte le richieste di intervento e la centrale unica garantirà il filtro delle chiamate, che verranno dirottate alla centrale dei carabinieri (112), della polizia (113), ai vigili del fuoco (115) e al soccorso sanitario (118). Ma niente paura: anche chi chiamerà i «vecchi» numeri dell’emergenza sarà automaticamente deviato verso quello unico, lo stesso valido in tutta Europa. Nessuna richiesta di aiuto, dunque, andrà perduta, anche se l’obiettivo è fare in modo che il «112» diventi il punto di riferimento per tutti i cittadini, così da adeguarsi con quanto avviene negli altri paesi europei.
 
«Noi siamo pronti, i lavori sono terminati, ma siamo in attesa di alcune attivazioni dal ministero per quanto riguarda le componenti nazionali (112 e 113 ndr) e del via libera del gestore, che deve essere certo al cento per cento della sicurezza delle linee», spiega Luisa Zappini, dirigente del Servizio centrale unica di emergenza. Date ufficiali, Zappini, non ne fornisce, ma lo «switch-off» della nuova centrale unica questa volta sembra davvero vicino. La tabella di marcia prevede in primis il trasferimento della centrale operativa del 118: «Avverrà a breve», si limita a confermare Zappini. In questo caso, però, una certezza invece c’è: il trasloco presso la sede di Trentino Network, che come noto accoglierà anche la centrale unica, è previsto per martedì 8 novembre. 
 
A quando la partenza del numero unico? Si ipotizzava un’inaugurazione a novembre.
«Noi siamo pronti, abbiamo terminato i lavori. Ma non la inauguriamo perché siamo in attesa di chiudere su alcuni protocolli con il ministero. La data confidata nel protocollo è slittata per alcune problematiche che non dipendono da noi».
Ma si può immaginare una partenza entro l’anno?
«Io speravo di poter partire prima, addirittura l’anno scorso, però si tratta di uno snodo tecnologico fondamentale e il problema della sicurezza è decisivo.  Per scaramanzia non dico altro. Diciamo però che è tutto pronto, manca solo il “là” finale».
La selezione del personale è ultimata?
«Gli operatori ci sono, il personale è addestrato e sta lavorando sul modello unico con le indicazioni del Ministero e le altre centrali della Lombardia. E il presidente ha dato indicazioni per partire con un organico completo».
L’ipotesi di avere due operatori a turno è confermata?
«L’ipotesi è questa, ma siamo in collegamento con Bolzano per capire anche loro cosa fanno. Due li garantiamo sempre».
Quante persone sono state assunte?
«Abbiamo una dotazione di quindici operatori: dodici assunti con concorso e tre arrivati invece dalla mobilità interna. Tutti sanno inglese livello B2 e tedesco livello B1. Sono persone qualificate e il cittadino non dovrà preoccuparsi di niente».
Due persone, operatori «laici» come vengono definiti, che rispondono a tutte le chiamate e poi le smistano alle centrali di emergenza. Non c’è il rischio che i tempi si allunghino?
«Saniamo questo dubbio. Quando gli operatori gireranno la richiesta a chi di competenza, non dovranno ripetere quanto giù detto, perché i dati saranno già stati comunicati. E i soccorsi già partiti».
Dunque non aumenterà la durata complessiva della comunicazione?
«No, il tempo di processo è più veloce perché i dati saranno visibili a video. Entro massimo 5 secondi ogni cittadino riceve una risposta».
Parliamo della centrale operativa del 118. Il medico di centrale sarà presente presso la nuova sede. Una delle questioni emerse nei mesi scorsi riguardava la presenza dell’automedica.
«L’automedica è sanitaria e non c’entra con gli spazi della centrale. Queste non sono competenze mie, ma l’automedica va dove c’è il malato. E già oggi il 118 è strutturato con undici postazioni sul territorio: le centrali in tutto il mondo sono in posti diversi. Il medico di centrale e quello che esce sull’ambulanza sono due entità diverse».

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