Tentano di incendiare l'hotel Ombretta di Soraga Era stato scelto per ospitare alcuni profughi
«È uno dei posti nei quali si sta valutando l'accoglienza di 30 o 40 profughi e, guarda caso, è successo un episodio negativo, che ritengo da stigmatizzare». A dichiararlo è il governatore del Trentino, Ugo Rossi, dopo che ieri sera a Soraga, in Val di Fassa, una fiammata davanti a una casa-albergo, tra le strutture che potrebbero accogliere i migranti in zona, è stata segnalata al 112 intorno alle 23 da dei residenti di una casa vicina.
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I carabinieri hanno trovato davanti all'edificio un sacchetto di plastica bruciato, che forse aveva contenuto del liquido infiammabile, ma che non ha annerito l'ingresso abbastanza da creare una macchia che si noti, se non si è a conoscenza dell'episodio. C'è inoltre una finestra rotta, con all'interno puzza di carburante, come gasolio o benzina, in corso di verifica da parte dei militari.
Nessuna rivendicazione che possa portare gli investigatori a ritenere con certezza il gesto legato alla vicenda dei profughi. Clima di preoccupazione invece sì, espresso nei giorni scorsi attraverso gli amministratori locali, sentiti dall'assessore provinciale competente, Luca Zeni.
«Non intendo enfatizzare questo episodio, non deve spaventare, né condizionare - ha aggiunto il governatore - perché magari è un atto che non parte neppure dalla questione dei profughi, e questo spetta alle forze dell'ordine accertarlo. Ritengo però doveroso condannarlo immediatamente, perchè non deve succedere. Evitiamo una spirale di simili episodi, se c'è la possibilità che le cose siano fatte bene. Gorino è finito su tutti i giornali e magari ci sono altre vicende simili. In Trentino non è così: è uno sforzo che facciamo nel rispetto di valori che abbiamo, dentro a un contesto di rigore che è quello delle quote da osservare. Il Trentino è una terra accogliente e noi facciamo il nostro dovere fino in fondo. È giusto quindi che ciascuno si senta coinvolto. Anzi, auspico che questo piccolo episodio negativo per l'immagine porti a una reazione immediata delle istituzioni della Val di Fassa, per affrontare con maggiore energia il tema della distribuzione dei profughi".
Il territorio, se si guarda all'intero Trentino, prevede una "quota" di 1.474 profughi assegnati secondo la ripartizione nazionale, «attualmente vicina al completo - ha spiegato Rossi - e per cui nei giorni scorsi ci è stato chiesto formalmente dal Governo lo sforzo di sforare di venti persone. Abbiamo acconsentito e formalizzato mediante il Commissariato del Governo la richiesta che le quote vengano rispettate, ottenendo in risposta una lettera che riconosce che il Trentino fa la propria parte e che di questo sforzo ulteriore si terrà conto in futuro».
Uno dei primi a sapere quello che era successo è stato l'assessore provinciale Luca Zeni, che si è detto sconcertato per l'accaduto.
Il vescovo di Trento
«Ogni censura di quanto avvenuto, pur motivata nella durezza, non è tuttavia sufficiente se resta la voce dell'istituzione e non spinge a un'assunzione di responsabilità collettiva». Lo afferma l'arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, dopo che ieri sera a Soraga, in Val di Fassa, una fiammata davanti a una casa-albergo, tra le strutture che potrebbero accogliere i migranti in zona, è stata segnalata al 112 intorno alle 23 da dei residenti di una casa vicina.
«Siamo tutti chiamati, e lo ripeto in primo luogo alla comunità ecclesiale - prosegue l'arcivescovo - a restituire dignità e diritto di cittadinanza a questi nostri fratelli che pagano a caro prezzo l'iniquità di un contesto politico e socio-economico che li ha costretti a fuggire dalla loro terra. Si tratta dunque sì di dissociarsi da ogni chiusura immotivata, da ogni gesto istintivo di chi vuole marcare un confine invalicabile ma è necessario, soprattutto, ritrovare insieme le motivazioni di un'accoglienza che non è buonismo, ma una forma di giustizia. La Chiesa trentina continuerà a collaborare con le istituzioni provinciali per aprire le porte non solo delle proprie strutture, ma di quella parte migliore che sta dentro ognuno di noi e di cui il Trentino, e per prima la Val di Fassa, ha sempre dato prova".
La Lega Nord
«Il tentativo di incendio avvenuto a Soraga, qualora fossero confermate le prime notizie sui fatti accaduti, dimostra quanto possa essere rischioso il tentativo di imporre forzosamente alle comunità l'arrivo sul loro territorio di presunti profughi». Lo afferma il segretario della Lega Nord del Trentino, Maurizio Fugatti. «Le azioni di forza sulle comunità in un momento così delicato sotto il profilo sociale ed economico - prosegue - rischiano di ottenere reazioni altrettanto violente di tipo contrario e nella direzione opposta. Se da un lato è da stigmatizzare una simile azione, che se portata a compimento avrebbe potuto avere esiti ben più gravi, dall'altra è altrettanto da criticare un sistema di accoglienza nazionale e provinciale forzoso che vuole imporre ai territori le proprie scelte».
Parla il sindaco di Soraga
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L'indignazione dei sindaci della zona
I sindaci della Valle di Fassa, la Procuradora e il Consigliere provinciale ladino condannano, senza riserve, il grave episodio accaduto il 28 ottobre 2016 a Soraga . Ciò unitamente alle forze politiche della Valle di Fassa rappresentate del Comun general: Associazione Fassa e U.A.L.. Tali episodi sono estranei alla cultura della gente della Valle di Fassa che si è sempre distinta nell'impegno solidale in favore di chi è meno fortunato. In questo senso non si è neanche sottratta all'impegno richiesto in questo tempo dal emergenza profughi. Le amministrazioni comunali e di Valle ribadiscono quanto già formalmente espresso nelle sedi istituzionali con un documento sottoscritto da tutti i sindaci e dalla Procuradora e cioè che sono attivamente impegnati nella ricerca di soluzioni abitative che consentano un'equilibrata distribuzione dei richiedenti asilo sull'intera valle. Le istituzioni di Valle sono impegnate ad ogni livello per farsi carico del problema sapendo che ciò possibile anche conciliando lo con le esigenze della popolazione e dell'economia locale.