Fuga dal Sait: via tre Famiglie cooperative Dopo Carisolo e Cavedine recede Pelugo
Nel giro di pochi giorni, prima di Natale, tre Famiglie cooperative hanno deliberato in assemblea il recesso dal Sait . Nel caso della Famiglia di Carisolo (350 soci), si è trattato della conferma della scelta fatta nell’assemblea del 17 febbraio 2016.
Entro pochi mesi la cooperativa chiederà l’adesione a Dao , la centrale trentina dei negozi a marchio Conad. Le Famiglie coop Valle di Cavedine (1.100 soci) e Pelugo (160 soci) hanno invece inviato la lettera di recesso, ma devono ancora prendere una decisione definitiva sul futuro, anche perché uscire dal Sait dal 2012 è particolarmente oneroso.
Alla radice di queste decisioni c’è un problema comune: le piccole cooperative non ce la fanno più. E il fatturato complessivo delle Famiglie cooperative tra gennaio e novembre è in calo dello 0,5%.
Le vendite risultano in aumento dell’1,2% se si considerano le nuove aperture festive. Il dato tuttavia non cambia: la cooperazione di consumo nel suo complesso è ferma mentre i concorrenti si allargano con una spietata guerra dei prezzi.
Ma il quadro complessivo nasconde una divaricazione sempre più accentuata: le grandi Famiglie coop, soprattutto quelle delle zone turistiche, aumentano le vendite e tengono sui margini. Le famiglie più piccole, che presidiano le valli con i negozi di paese, soffrono su entrambi i versanti.
«La nostra Famiglia cooperativa - spiega il presidente della coop di Carisolo Modesto Povinelli - ha chiuso il bilancio al 30 settembre con un leggero aumento del fatturato a 1 milione 743 mila euro e una perdita contenuta a 37 mila euro. Nell’assemblea di bilancio, anticipata rispetto al solito, abbiamo anche confermato senza voti contrari la scelta di uscire dal Sait. Siamo usciti perché non vediamo una strategia, non vediamo possibilità di sviluppo».
Il Sait di recente sembra voler cambiare passo anche con scelte clamorose. «Sono dieci anni che abbiamo detto che la struttura andava rimodellata - sostiene Povinelli - Non si è fatto nulla e ora arriva tutto in una volta l’impatto di 130 esuberi, che produce anche un peggioramento dell’immagine».
Avete chiesto di aderire a Dao? «Lo faremo alla fine dell’inverno». Perché? «Dao ha una struttura più funzionale e più snella, dà risposte più veloci. In questo modo ci danno la possibilità di un margine in più. Sait sta spingendo troppo sui supermercati, anche nelle valli. Occorre invece secondo noi curare i piccoli negozi, puntare sulla qualità e sui prodotti locali».
Uscire dal Sait prevede o di mantenere il consorzio come fornitore almeno al 70% per due anni o di pagare una penale. «Pagheremo la penale ma ciò nonostante prevediamo di chiudere in positivo il bilancio 2016-2017».
«Abbiamo fatto l’assemblea il 19 dicembre e i soci hanno deciso di uscire dal Sait - spiega la presidente della Famiglia coop di Pelugo Nicoletta Tomasini - Abbiamo quindi mandato la lettera di recesso». Anche voi aderirete a Dao? «Stiamo valutando. Come cda vogliamo trovare ogni possibilità perché la cooperativa non affoghi». Come vanno i vostri conti? «Abbiamo chiuso il 2015 con 416 mila euro di fatturato. Ma nel 2016 registriamo un calo del 10%, soprattutto per la concorrenza del Poli-Amort di Spiazzo». E le fusioni? «Ne abbiamo parlato ma la Famiglia più grande della zona, Pinzolo , non è disponibile. Le altre piccole sono tutte nella nostra situazione, non ce la fanno più».