Il cane scappa e lui evade Assolto uomo ai domiciliari

Pitbull in fuga, il padrone accusato di evasione, ma arriva l'assoluzione

di Flavia Pedrini

Quando il cane della sua fidanzata è fuggito ha fatto la cosa più ovvia: si è lanciato all’inseguimento dell’animale. Ma l’uomo, un tunisino di 28 anni che si trovava ai domiciliari, si è ritrovato imputato per evasione.


Il processo a suo carico si è però concluso con un’assoluzione: il giudice, accogliendo di fatto la tesi della difesa, ha ritenuto che non fosse punibile per la sussistenza dell’esimente dello stato di necessità. In sostanza l’uomo avrebbe agito a fronte di una situazione di grave pericolo, visto che il pitbull - cosa purtroppo avvenuta - avrebbe potuto aggredire qualcuno se non fosse stato subito rintracciato.

La singolare vicenda risale al dicembre 2015. All’epoca il giovane, difeso dall’avvocato Ingrid Avancini, stava scontando un periodo di detenzione domiciliare a casa della compagna (con permesso di uscire dalle 9 alle 11).

Quel pomeriggio - erano le 15.45 del 17 dicembre - l’uomo puliva casa. Una volta passato lo strofinaccio il tunisino ha aperto la porta per fare asciugare il pavimento. Pochi secondi, ma sufficienti perché il cane - un pitbull femmina - riuscisse a infilare la porta.

L’appartamento si trova al primo piano e l’animale, avendo trovato la porta di accesso al condominio aperta, è arrivato nel parco a pochi metri dalla palazzina. Il tunisino si è precipitato per le scale, ma il breve vantaggio dell’animale è bastato perché il cane potesse puntare un esemplare di maltese.

La proprietaria del cane di piccola razza, che era al parco con un amico, ha cercato invano di «liberarla» dalla morsa del pitbull. Nel giro di qualche istante sul posto è arrivato anche il tunisino, che a sua volta ha cercato di fare desistere il cane.

Alla fine il pitbull ha mollato la presa, ma nel parapiglia l’uomo che si trovava insieme alla proprietaria del maltese è stato morso ad una mano. La cagnolina ferita è stata subito portata dal veterinario e pure l’uomo ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Nel frattempo la fidanzata dello straniero è accorsa e, con il guinzaglio, ha riportato l’animale in casa.

Ma l’uomo azzannato ha sporto denuncia per lesioni: al procedimento davanti al giudice di pace (poi chiuso con una remissione di querela) si è aggiunto quello per essere evaso dai domiciliari, visto che a quell’ora avrebbe dovuto essere in casa.
Ma per la difesa il giovane aveva agito per stato di necessità, in una situazione di pericolo, al fine di evitare che l’animale potesse mordere anche altre persone. Durante indagini difensive è stata prodotta la testimonianza di una condomina, che ha assistito all’intera scena: dalla fuga del cane all’inseguimento.

Anche l’uomo azzannato alla mano ha confermato che il tunisino non si trovava al parco, ma che era arrivato di corsa inseguendo l’animale. Insomma, l’assenza da casa fu brevissima. La pm aveva però chiesto la condanna a 8 mesi, ma il giudice Giovanni De Donato (ora si dovranno attendere le motivazioni) lo ha dichiarato non punibile riconoscendo che aveva agito in stato di necessità.

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