Addio a Luisa Sforzellini, era l'«anima» del Premio Itas
Ha saputo unire la cultura alla determinazione, lo stile alla responsabilità. Una vita intensa, fermata da un male che non le ha lasciato scampo. Luisa Sforzellini, responsabile dell'ufficio comunicazioni esterne del Gruppo Itas Assicurazioni e «anima» del Premio Itas del Libro di montagna, se ne è andata domenica, lasciando nel più profondo dolore la figlia Federica ed il marito Italo Paternoster. Aveva 57 anni e da un paio d'anni combatteva contro un male che spesso non lascia speranza. «Il suo corpo era stanco dopo tante battaglie. Luisa era sedata: è come se si fosse addormentata» racconta addolorato il marito. Lunedì scorso era entrata al Santa Chiara per la terapia. Con sé, come sempre, aveva telefono e computer. «Lavorava dal letto d'ospedale, stava organizzando una conferenza stampa a Milano, per giovedì prossimo» aggiunge il marito. A casa, però, non è più tornata: tra venerdì e sabato c'è stato un improvviso peggioramento, a cui è seguito il decesso.
Luisa Sforzellini aveva lavorato per quattro anni nella segreteria di redazione dell'Adige. Arrivava da Torino, da un'esperienza di studio e di lavoro: era impiegata presso una grande azienda collegata alla Fiat e, nel frattempo, studiava all'università lingue straniere. Era tornata a Trento con una laurea, tanto entusiasmo e voglia di fare. Nel nostro giornale era stata assunta l'8 settembre 1987. Lavorava a stretto contatto con l'allora direttore Piero Agostini (a cui seguì nel 1990 Paolo Pagliaro) e con l'amministratore delegato Luciano Paris. Aveva lasciato l'Adige nel luglio 1991, per approdare alla segreteria generale dell'Itas, ma non aveva mai interrotto i rapporti con le persone con cui aveva collaborato per anni. «Sai che vendo sempre cara la mia pellaccia» aveva scritto, a proposito della sua malattia, in un sms indirizzato a Danilo Curti, alcuni mesi fa. «Chiamami draghessa», aveva aggiunto scherzosamente.
All'interno di Itas la sua preparazione, la professionalità e la sua caparbietà l'hanno portata dalla segreteria della direzione generale al settore del marketing. Poi un altro passo. «Quindici anni fa, quando ero direttore commerciale, le avevo chiesto di diventare responsabile della comunicazione esterna - ricorda Ermanno Grassi, direttore generale di Itas - Assieme, inoltre, abbiamo costruito un nuovo percorso per il rilancio del Premio Itas del Libro di montagna. Si può dire che è stata Luisa dal 2012 l'anima del premio, che è il nostro fiore all'occhiello perché rappresenta l'investimento della compagnia nell'arte, nella cultura. Luisa seguiva questo filone con tantissima passione». Un'attenzione particolare la prestava anche al Premio Itas dedicato ai giovani, «Montagnav(v)entura», che seleziona i racconti più belli ispirati alla montagna. Grassi, che spesso si confrontava con Luisa Sforzellini quando c'erano da prendere decisioni e valutare scelte, ricorda l'impegno della collaboratrice a favore delle donne. «Diceva spesso che il mondo femminile non ha il giusto spazio nel lavoro» evidenzia il direttore generale. «Luisa - aggiunge il marito Italo - aveva appena ricevuto un riconoscimento per i suoi 25 anni in Itas. Ella stessa amava ricordare che al suo arrivo era la seconda donna laureata del gruppo». Il funerale verrà celebrato domani alle 15 al cimitero di Trento. Come da sua volontà, seguirà la cremazione. Le sue ceneri riposeranno nel cimitero di Trento, accanto alla madre scomparsa nel giugno scorso. È di sua figlia Federica il pensiero più prezioso: «Tanti sentiranno la mancanza di mamma. Ma siamo certi che la ricorderanno quando andranno in montagna, ed in tutte le cose belle che vedranno».
Alla famiglia le condoglianze del direttore dell'Adige Pierangelo Giovanetti e di tutta la redazione.