Mori, polemica su Vallo Tomo «Si avacui subito la zona»
I consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle contro la Provincia: «I dati del perito Barla ci danno ragione»
Scontro stellare sul Vallo Tomo a Mori. Scontro tra politiche ambientali, scontro tra Provincia e ambientalisti e scontro tra ambientalisti e residenti. In mezzo i consiglieri del Movimento Cinque Stelle - Renzo Colpo e Nicola Nicola Bertolini - che si sono spesi nella difesa di quel pezzo di terra, considerato un paradiso da tanti cittadini.
«Abbiamo letto l’articolo, in cui alcuni cittadini residenti in via Teatro, allarmati per il pericolo, e confidando che il vallo tomo sia una risposta alle loro preoccupazioni, richiamano le minoranze del consiglio comunale di Mori ad assumersi la responsabilità della loro tutela agevolando la costruzione dell’opera» scrivono i pentastellati.
«È quello che stiamo facendo» spiegano - La prima nostra preoccupazione è stata quella di evidenziare che la procedura prevista non metteva immediatamente in sicurezza i cittadini dal pericolo incombente come avrebbe dovuto».
Dicono che con la relazione del perito di parte - Giovanni Barla del Politecnico di Torino della perizia tecnica da lui elaborata, per conto della Provincia di Trento - l’assessore Mellarini ed il sindaco Barozzi, «cercano di far percepire solo come giustificazione del progetto Vallo Tomo ha in realtà certificato la correttezza delle nostre valutazioni mettendo in chiaro alcune questioni vitali».
Il diedro roccioso - dicono - è pericolosamente instabile; Barla ha calcolato che le forze che lo tengono ancorato alla parete sono sostanzialmente equivalenti a quelle che lo spingono verso il basso.
«Ciò significa che l’intero ammasso roccioso potrebbe crollare in qualunque momento, improvvisamente senza nessun preavviso e a nulla varrebbero monitoraggi d’allarme».
«È immediatamente necessario ed improcrastinabile, non procedere con la costruzione del Vallo Tomo, ma evacuare immediatamente tutto l’abitato potenzialmente interessato dal crollo improvviso del diedro. Abbiamo sottoposto questa estrema preoccupazione nella giornata di ieri al sindaco Barozzi dicendo che avremmo appoggiato ogni azione d’urgenza per la tutela delle vite in pericolo».
I dati esposti da Barla certificano che il Vallo Tomo è stato pensato, progettato, calcolato ed illustrato «esclusivamente per una demolizione controllata della roccia con la caduta di singoli massi da 1 – 5 o 10 metri cubi. Non è stato progettato per una caduta naturale ed improvvisa dell’intera roccia».
Insomma il vallo tomo - sostengono - non potrà tecnicamente svolgere «alcuna azione mitigatrice del pericolo fino alla completa stabilizzazione del diedro pericolante, condizione questa indispensabile e preliminare alla messa in atto di una qualsiasi procedura di demolizione controllata della roccia».
Non si può proseguire con la costruzione del vallo tomo? No, dicono, perché il pericolo incombente di crolli «impedisce anche qualsiasi tipo di attività lavorativa nella zona che metterebbe a rischio la vita degli operai».
Quindi? «L’unico intervento urgente, necessario e possibile per la mitigazione del pericolo è quello effettuato direttamente sul diedro pericolante, eventualmente con l’utilizzo preferenziale di tecniche meccaniche in sostituzione di lavoro umano dove possibile, come ipotizzato possibile anche dal prof. Barla. Nessuna opera di protezione passiva potrà essere realizzata in sicurezza sotto il diedro fino a conclusione delle opere di stabilizzazione».
La soluzione sarebbe quindi una stabilizzazione della roccia per poi «eventualmente procedere ad una demolizione controllata».
In pratica - concludono - la costruzione del Vallo Tomo così come oggi previsto non è per nulla funzionale alla mitigazione del pericolo incombente «ma costituirebbe solo un’esposizione degli operai a pericolo mortale, una perdita di tempo prezioso ed uno spreco enorme di risorse».
«Non è quindi chi protesta attivamente sulle fratte a mettere in pericolo la vita delle persone, ma chi per professione, ragionevolmente consapevole della situazione ha posto in atto azioni inadeguate (costruzione del vallo tomo) e ne ha omesse di necessarie e doverose (evacuazione delle zone di pericolo). Auspichiamo che la relazione del Prof. Barla sia prontamente visionata dal Commissario del Governo per prepararsi a sostituire nelle dirette responsabilità le autorità inadempienti e dalle Procure della repubblica di Trento e Rovereto per integrare le loro valutazioni sugli esposti presentati».
Sull'Adige domani in edicola nuove notizie e dettagli sulla questione che sta preoccupando residenti e non.