Marito preso a colpi di scopa nella «festa della donna»
La moglie ha usato lo scopettone: il caso davanti al Tribunale di Trento
Era l’8 marzo, giorno della festa della donna. Una ricorrenza che sempre più spesso diventa occasione per ribadire i diritti delle donne e dire no a violenze e discriminazioni. Qualche donna la celebra uscendo a cena con le amiche, altre recandosi in discoteca o partecipando a dibattiti sulla condizione femminile.
Ma in questo caso, ad avere bisogno di una tutela, non sarebbe una donna, bensì il marito. Una quarantenne trentina, infatti, proprio nel giorno in cui cade la ricorrenza, avrebbe letteralmente preso a bastonate il marito.
Per l’esattezza - secondo quanto contestato dall’accusa - lo avrebbe colpito utilizzando il manico di uno scopettone. Ora la donna si trova a processo: deve risponde di lesioni, aggravate dall’uso dell’arma impropria ed anche dal rapporto di coniugio.
La vicenda approdata in tribunale - dove probabilmente è destinato a finire anche il matrimonio - risale alla scorsa primavera. I rapporti tra marito e moglie non sarebbero stati mai particolarmente sereni: scontri e discussioni, a quanto pare, hanno accompagnato la relazione della coppia. Anche un motivo banale sarebbe bastato per fare scoppiare litigi.
Lo scorso 8 marzo, però, il confronto sarebbe decisamente degenerato e la donna, dalle parole, sarebbe passata ai fatti. Marito e moglie erano in casa e la donna, dopo avere afferrato il manico dello scopettone, avrebbe colpito al viso il consorte.
L’uomo aveva dovuto rivolgersi al pronto soccorso, dove i medici gli avevano diagnosticato una lesione allo zigomo, giudicata guaribile in sette giorni. Dopo quell’aggressione il marito aveva deciso di stare lontano da casa e cercare ospitalità presso i parenti, temendo altre reazioni violente da parte della donne. Anche perché, sempre secondo quanto ricostruito dall’accusa, quella non sarebbe stata la prima volta che l’imputata alzava le mani.
Probabilmente anche per questo motivo il consorte si era deciso a sporgere denuncia: da qui l’apertura di un procedimento penale per lesioni, aggravate in questo caso sia dall’uso dell’arma impropria che dal rapporto coniugale. Sarà ora il giudice a stabilire se la donna sia colpevole o meno.