Truffa del promotore «Bruciati» 40.000 euro
Famiglia nonesa puntava ad un guadagno annuo del 20%, ma l'uomo si sarebbe intascato le somme versate
I risparmi? Bruciati. In tempi di borse altalenanti e investimenti ad alto rischio sono cose che possono accadere a chi si lancia sul mercato. I risparmiatori, però, in questo caso puntano il dito contro un subagente assicurativo e promotore finanziario, ora a processo per truffa.
L’imputato - sostiene l’accusa - avrebbe incassato il denaro per sottoscrivere polizze titoli senza però procedere con gli investimenti previsti. In sostanza si sarebbe intascato parte delle somme ricevute.
Accusa che l’interessato, difeso dall’avvocato Marco Salvaterra, respinge al mittente. La difesa sostiene che gli investimenti sarebbero stati regolarmente sottoscitti dal promotore, ma in seguito al crollo del mercato immobiliare la redditività non è stata quella prevista. In attesa di verificare eventuali responsabilità di rilievo penale, resta la beffa per la famiglia di risparmiatori della vale di Non che lamenta una perdita di oltre 40 mila mila euro.
La famiglia - madre padre e figlio - per anni aveva investito parte dei risparmi attraverso il subagente e promotore finanziario. I primi assegni risalgono al 2006 e dovevano essere investiti per operazioni immobiliari nella Repubblica Ceca.
L’investimento, in epoca pre-crisi, doveva essere remunerato secondo ottimistiche previsioni con un 20% annuo. In seguito al subagente vennero affidate altre somme, attraverso assegni, per sottoscrivere polizze titoli. Solo dopo anni i risparmiatori hanno iniziato a nutrire sospetti verso quello che era stato il loro promotore finanziario “di fiducia”.
Hanno contattato la banca, per cui l’uomo - oggi imputato - aveva cessato di collaborare. E la risposta è stata una doccia fredda: la posizione assicurativa e di investimento era molto più “magra” del previsto perché parte del denaro consegnato non sarebbe stato investito. Anzi alcune delle quietanze rilasciate dal promotore ai clienti pare siano false.
I risparmiatori nonesi, difesi dall’avvocato Paolo Frizzi, hanno dunque sporto querela contro il promotore finanziario lamentando un danno complessivo, lungo un arco temporale di una decina d’anni, di oltre 40 mila euro.
Il procedimento penale ha avuto un iter travagliato. La Procura aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che la controversia fosse di rilievo civile e non penale. L’avvocato Paolo Frizzi si era opposto. Alla fine il giudice Claudia Miori aveva respinto la richiesta di archiviazione pur riducendo di molto il capo di imputazione originale, questo anche per affetto della prescrizione degli investimenti, o presunti tale, più risalenti nel tempo.
Il promotore finanziario è ora imputato per truffa relativamente a polizze di investimento - per complessivi 6.000 euro per le annualità 2012 e 2013 - con una grossa compagnia assicurativa austriaca. Naturalmente alla famiglia di risparmiatori rimane aperta la possibilità di procedere in via civile per cercare di recuperare l’intera somma che mancherebbe all’appello.
Intanto ieri la prima udienza del processo davanti al giudice Giovanni De Donato è stata rinviata a giugno anche per dare la possibilità alle parti di trovare un accordo. Trattandosi di un’ipotesi di truffa semplice, un eventuale risarcimento con contestuale ritiro della querela porterebbe ad un automatico proscioglimento dell’imputato.