Omicidio Marta Russo La sorella rompe il silenzio

Sono vent'anni dall'uccisione di Marta Russo nel vialetto dell'università La Sapienza. E proprio a vent'anni di distanza sua sorella Tiziana ha deciso di scrivere un libro sulla vita e la morte di Marta. «Solo un preludio - viene spiegato dall'associazione intitolata alla studentessa - a un volume attualmente in fase di scrittura che uscirà nei prossimi mesi». Il primo è già disponibile a 1 euro come ebook.

«Con questo primo scritto e il successivo Tiziana Russo - viene precisato - rompe il proprio silenzio per opporsi a chi, in tutti questi anni, ha portato avanti la tesi degli innocentisti che in modo spregiudicato continuano a difendere due pregiudicati condannati in ben cinque gradi di giudizio».

Con questi due scritti Tiziana Russo «vuole mostrare un punto di vista su sua sorella Marta che nessuno, tranne lei, può offrire, restituendole così tutta l'umanità che nel corso degli anni le è stata tolta dal suo ruolo di icona e falso mistero criminale».

«Nel piccolo volume destinato a diventare un corposo libro - conclude l'Associazione Marta Russo - Tiziana parla direttamente a sua sorella raccontandole la sua uccisione, ricercando la sua vicinanza attraverso i loro ricordi di infanzia e adolescenza, chiudendo con tutto ciò che è stato realizzato in questi venti anni dall'Associazione che porta il suo nome».

L'agenzia Adnkronos ricostruisce la vicenda, ricordando che fine hanno fatto i due assistenti condannati.

Sono trascorsi 20 anni dalla mattina del 9 maggio 1997 quando, in un viale dell'Università La Sapienza di Roma, Marta Russo, studentessa di 22 anni, viene uccisa da un colpo di pistola. A venti anni di distanza dall'omicidio, quali misteri si nascondo intorno a quello sparo all'Università? Un'incredibile vicenda umana e giudiziaria che ha portato alla condanna di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, che verranno arrestati un mese dopo l'omicidio e che per quell'omicidio verranno condannati dopo cinque gradi di giudizio.

Ma molte domande resteranno per sempre senza risposta: perché hanno sparato? Chi sono i testimoni che li hanno visti compiere questa follia? Un giallo cominciato il 9 maggio 1997 e conclusosi il 15 dicembre 2003, quando la Corte di Cassazione ha emesso la sentenza definitiva di condanna per Scattone e Ferraro

LE TAPPE DELLA VICENDA:

- 9 MAGGIO 1997: Marta Russo, 22 anni, studentessa di giurisprudenza, viene colpita da un proiettile alla testa mentre passeggia con l'amica Iolanda Ricci in un viale dell'Universita' 'La Sapienza' di Roma.

- 14 MAGGIO 1997: La studentessa viene dichiarata clinicamente morta e i genitori danno l'assenso alla donazione degli organi.

-12 GIUGNO 1997: Scattano i primi arresti: il professor Romano Bruno, direttore dell'Istituto di Filosofia del diritto, finisce agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento. Due giorni dopo Gabriella Alletto, la segretaria dell'Istituto che diventerà la teste chiave, accusa del delitto i ricercatori Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro e l'usciere Francesco Liparota. I tre vengono arrestati con l'accusa di omicidio volontario.

- 17 GIUGNO 1997: Nuovi arresti: Maurizio Basciu, direttore della biblioteca dell'Istituto e la segretaria Maria Urilli finiscono ai domiciliari per favoreggiamento.

- 20 APRILE 1998: Si apre il processo davanti alla corte d'Assise di Roma.

- 1 GIUGNO 1999: Scattone viene condannato a 7 anni per omicidio colposo e porto d'armi e Ferraro a 4 anni per favoreggiamento. Assolti tutti gli altri.

- 3 MAGGIO 2000: Si apre il processo di secondo grado.

- 7 FEBBRAIO 2001: In appello Scattone è condannato a 8 anni di reclusione per omicidio colposo, Ferraro a 6 per favoreggiamento e Liparota a 4 per lo stesso reato.

- 6 DICEMBRE: La prima sezione penale della Corte di Cassazione annulla tutte le condanne rinviando il caso alla Corte d'assise d'appello.

- 15 OTTOBRE 2002: Comincia il nuovo processo davanti alla Corte d'assise d'appello di Roma, alla quale toccherà stabilire se i tre imputati sono responsabili della morte di Marta Russo.

- 30 NOVEMBRE: La Corte d'assise d'appello riduce gli anni di pena per i tre imputati: 6 per Scattone, 4 anni e 6 mesi per Ferraro e 2 anni per Liparota.

- 5 DICEMBRE 2003: Si apre il processo davanti alla Cassazione, che per la seconda volta è chiamata a valutare il caso. Ma il presidente Guido Ietti rinvia la decisione per il protrarsi delle arringhe delle difese. ''Serve un nuovo processo'', chiedono i legali di Ferraro, che denunciano ''un'operazione giudiziaria degna della Lubianka''.

- 15 DICEMBRE 2003: Dopo più di 6 anni e 7 mesi dall'omicidio di Marta Russo, la quinta sezione penale della Cassazione emette la sua sentenza: con la condanna a 5 anni e 4 mesi per Giovanni Scattone (erano 6 anni in appello), a 2 anni e 3 mesi per Salvatore Ferraro (erano 4 anni e sei mesi) e con l'annullamento della condanna a 2 anni per Francesco Liparota, la Suprema Corte chiude il caso.

 

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