Dottoressa uccisa: aveva denunciato inutilmente uno stalker ossessivo
È stato trovato morto suicida in un appartamento di Martinsicuro (Teramo) l'uomo che avrebbe accoltellato a morte l'oncologa Ester Pasqualoni, 53 anni, di Teramo, uccisa davanti all'ospedale locale.
Sono in corso verifiche. Secondo quanto riferito finora dagli investigatori, dovrebbe trattarsi di uno stalker, "una persona che dava fastidio alla vittima".
La vittima, prima ricoverata in gravi condizioni, è morta poco dopo: era la responsabile del day hospital oncologico dell'ospedale. Sarebbe stata accoltellata alla gola.
«Aveva presentato due denunce contro il suo stalker, ma erano state entrambe archiviate». Lo riferisce Caterina Longo, amica di Ester Pasqualoni. L’uomo, dice Longo, la perseguitava «da diversi anni», la «osservava e seguiva, sempre e dappertutto. Si era intrufolato nella sua vita non sappiamo neanche come, con artifici e raggiri. Non era un suo ex, non avevano niente a che fare, era solo ossessionato da lei».
Ester aveva terminato il suo turno di lavoro, ieri. Poi l’aggressione, intorno alle 16, al parcheggio dell’ospedale dove lavorava. Il suo assassino sembra conoscesse bene le abitudini di questa donna e medico, sapeva quando colpire.
È morta uccisa a coltellate davanti all’ospedale di Sant’Omero, nel Teramano, dove era responsabile del day hospital oncologico, con profonde ferite da coltello al collo e al petto. Ester Pasqualoni, 53 anni, lascia due figli minori, una ragazza di 15 anni e un ragazzo di 17 anni. Un medico molto amato sia nella professione che a livello umano, come testimoniano i tanti colleghi giunti sul posto e i commenti su Facebook postati sotto i profili dei suoi amici.
L’uomo, dice Caterina Longo, la perseguitava «da diversi anni», la «osservava e seguiva, sempre e dappertutto. Si era intrufolato nella sua vita non sappiamo neanche come, con artifici e raggiri.
Non era un suo ex, non avevano niente a che fare, era solo ossessionato da lei».
E sempre Caterina su Fb aveva scritto: «Quante volte sedute a ragionare di quell’uomo... quel maledetto che ti perseguitava... e non sono riuscita a risolverti questa cosa... e me lo porterò dentro tutta la vita... ti voglio bene».
E sotto una valanga di commenti di chi l’ammirava.
Ad accorrere per primo subito dopo la tragedia un medico del pronto soccorso che era in servizio: «È morta tra le mie braccia. Una cosa assurda pensare che era Ester», dice Piergiorgio Casaccia, che lì, in quella pozza di sangue non l’aveva riconosciuta. «Intorno c’erano evidenti segni di colluttazione, c’erano due borse in terra, il cellulare. Una cosa assurda. Poi c’è stata solo disperazione e pianto. Perché, chi, chi può volere del male a Ester?. Una persona che ha aiutato tutti i pazienti, anche di notte. Tra le mie mani ha fatto gli ultimi respiri. Assurdo pensare che era Ester».